lunedì, marzo 17, 2008

Uffici Stampa e Finanziaria. Negri scrive alla Corte dei Conti della Lombardia

Monta il dibattito e lo scontro sugli Uffici Stampa pubblici.

La Finanziaria 2008 ha modificato l'articolo 7 (comma 6) del Dlgs 165/2001 (già dlgs 29/1993) nel senso che le pubbliche amministrazioni possano chiamare come collaboratori soltanto i giornalisti muniti di laurea specialistica o quadriennale.

Il ministro della Funzione pubblica, con la circolare 2/2008, sembra aver dato spazio, come ha scritto prontamente la Fnsi in una nota, a una lettura diversa, che confermerebbe la situazione precedente: capi degli uffici Stampa pubblici con laurea, redattori anche sprovvisti di laurea.

Su questo delicato argomento, che riguarda il destino di decine di giornalisti, il presidente della sezione controllo della Corte dei Conti di Milano, dott. Nicola Mastropasqua, ha annunciato che nei prossimi giorni renderà pubbliche le "linee guida interpretative" della nuova normativa.

Nel varco aperto dal ministro Nicolais e dal presidente Mastropasqua, si è inserito Giovanni Negri, presidente dell'Associazione lombarda dei Giornalisti con una lettera al dott. Mastropasqua. Negri in sostanza chiede che gli equilibri attuali non siano sconvolti da letture troppo rigide della nuova normativa e che non venga toccato il regolamento (Dpr 422/2001) dell'articolo 9 della legge 150/2000.

Questo il testo della lettera di Negri al presidente Mastropasqua (lettera che ha come oggetto il tema degli Uffici stampa pubblici e l'applicazione dell'articolo 7, comma 6, del dlgs 165/2001 in relazione all'articolo 9 della legge 150/2000):

"Illustre presidente, inizio ricordando innanzitutto a me stesso, quale presidente del sindacato regionale dei giornalisti, che due colleghi professionisti non hanno ottenuto il rinnovo del contratto di collaborazione da altrettante amministrazioni comunali comasche in virtù di una interpretazione rigida dell'articolo 7 (comma 6) del Dlgs n. 165/2001 (già dlgs n. 29/1993) così come modificato dalla legge 24 dicembre 2007 n. 244 (Finanziaria per il 2008): "Per esigenze cui non possono far fronte con personale in servizio, le amministrazioni pubbliche - dice il comma 6 - possono conferire incarichi individuali, con contratti di lavoro autonomo, di natura occasionale o coordinata e continuativa, ad esperti di particolare e comprovata specializzazione universitaria".

Ha scritto il ministro della Funzione Pubblica nella circolare 2/2008: "Si ritiene, inoltre, opportuno richiamare l'attenzione su alcune disposizioni specifiche tra cui l'articolo 9 della legge 150/2000, relativo ai specifici requisiti previsti per gli addetti stampa".

L'articolo 9 della legge 150/200 afferma che gli uffici stampa sono costituiti da personale iscritto all'albo nazionale dei giornalisti anche "estraneo alla pubblica amministrazione in possesso dei titoli individuati dal regolamento di cui all'articolo 5, utilizzato con le modalità di cui all'articolo 7, comma 6, del decreto legislativo 3 febbraio 1993 n. 29 (oggi dlgs 165/2001)". Il regolamento è il dpr n. 422/2001, il quale prevede giornalisti laureati come responsabili degli Uffici stampa pubblici e giornalisti anche non laureati quali redattori degli stessi Uffici stampa.

Lei ha annunciato (Il Sole 24 Ore del 10 marzo 2008) la stesura di "linee guida" sulla disciplina dell'articolo 7 (comma 6) del dlgs 165/2001 così come riscritto dalla Finanziaria per il 2008. Mi auguro che la Corte da Lei presieduta riesca ad individuare le collaborazioni giornalistiche per la cui esecuzione non è necessario avere conseguito una laurea (Nicola Tommasi in "Il Sole 24 Ore" del 10 marzo 2008).

La Corte dei Conti in sede di controllo (delibera 6/2005) ritiene "che non rientrino tra le consulenze le prestazioni professionali consistenti nella resa di servizi. Sarebbe paradossale che per evitare incarichi di lavoro autonomo - si legge nel "Sole 24 Ore" - l'ente pubblico sia costretto ad affidare a persone giuridiche, con costi più elevati, lo stesso servizio che può essere svolto da una persona fisica".

La ringrazio per l'attenzione e La saluto cordialmente, Giovanni Negri".

mercoledì, marzo 12, 2008

Circolare del Ministero della Funzione Pubblica: Per collaboratori e cococo non serve la "particolare e comprovata specializzazione universitaria"

“Una notizia positiva sul fronte degli uffici stampa pubblici arriva direttamente alla Fnsi dal Ministero della Funzione pubblica. Per i giornalisti impegnati professionalmente nella pubblica amministrazione con collaborazioni occasionali e coordinate e continuative non c’è bisogno della ‘particolare e comprovata specializzazione universitaria’ così come era previsto, invece, nella legge finanziaria 2008.
Una circolare del Ministero della Funzione Pubblica ha, infatti, chiarito che l’interpretazione autentica della norma, esattamente come era stata anticipata dalla Fnsi nella richiesta di chiarimento al ministro Nicolais, deve fare riferimento obbligatoriamente all’articolo 9 della legge 150/2000, relativo ai specifici requisiti previsti per gli addetti stampa pubblici. Un chiarimento importante, del ministro e del suo dicastero, che consegna un po’di serenità a quei tanti colleghi che in queste settimane hanno temuto di perdere quelle collaborazioni con l’amministrazione pubblica fondamentali per il loro lavoro, il loro reddito e per il buon andamento dell’immagine degli enti”.

martedì, marzo 04, 2008

FATTA LA LEGGE, TROVATO L’INGANNO

Che la Legge 150/2000 fosse nata sotto i cattivi auspici di un particolare modo di legiferare tutto italico, ormai è un dato di fatto. L’ultima occasione relativa a difficoltà di ordine interpretativo offertaci dal Legislatore sembra essere la Legge Finanziaria 2008 in tema di “requisiti per l’attribuzione di incarichi professionali ad esperti di comprovata competenza”, cosa per cui la 244/2007 introduce la frase “di particolare e comprovata specializzazione universitaria”. La “novità”, che non si preoccupa di annullare, abrogare e/o rettificare quanto previsto dalla L.150/2000, sembra non tenere conto (memoria corta?!) né di quanto previsto e suffragato dal D.P.R. 422/2001, né tantomeno del Parere del Consiglio di Stato sul regolamento della L.150/2000 datato 21 maggio 2001. La Legge Finanziaria 2008, però, visto che tratta di materie economiche e quindi di razionalizzazione della spesa, non appare così solerte quando si tratta di regolamentare e controllare tutte quelle attività, tanto in voga nelle Pubbliche Amministrazioni, in materia di “allegre” e quanto mai sospette “esternalizzazioni”.