mercoledì, dicembre 05, 2007

MOZIONE DEL GUS AL CONGRESSO FNSI: "SOSTENERE IL GUS NELLA LOTTA SULLA 150"


Inviamo il testo integrale della mozione sugli uffici stampa presentata dai vertici del GUS Nazionale, primo firmatario il Presidente Nazionale Gino Falleri, al XXV° Congresso della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, e approvata all'unanimità.

Franco Mariani
Segretario Nazionale GUS

MOZIONE

Nell’ottica di un sempre maggiore impegno del Sindacato Unitario dei Giornalisti Italiani per la concreta attuazione della legge 150/2000 sull’informazione e sulla comunicazione nella Pubblica Amministrazione – ancora disattesa nella stragrande maggioranza degli Uffici Stampa pubblici del nostro Paese - ed alla luce della favorevole sentenza della Magistratura del lavoro, che ha riconosciuto la piena titolarità della Fnsi per l’apertura del negoziato con l’Aran per il primo contratto nazionale di categoria

CONSTATATO

- che il GUS, Gruppo Uffici Stampa, in questi anni, è cresciuto e ha sviluppato la sua azione, diventando il punto di riferimento, di riflessione, di confronto, di analisi rispetto alla legge e alle sue problematiche applicative; che il Gruppo stesso svolge ormai, in varie parti d’Italia ed all’interno di varie Associazioni Regionali di Stampa, un ruolo fondamentale a tutela dei colleghi del settore ed ha anche raggiunto, in qualche caso, risultati e successi sindacali molto significativi;

che gli uffici stampa pubblici, in controtendenza con altri settori dell’informazione, continuano ad aumentare, senza che, nello stesso tempo, si proceda per la loro istituzione e regolamentazione nel pieno rispetto della dignità professionale dei colleghi che all’interno di essi operano e della normativa vigente;
che il GUS è in grado di mettere in rete, a servizio dei colleghi e degli organismi dirigenti nazionali e locali della Fnsi, un patrimonio di conoscenze e informazioni concretamente utili per la risoluzione di alcuni degli elementi più controversi della legge;

TENUTO CONTO

- che il pieno ed effettivo riconoscimento professionale dei giornalisti che operano all’interno degli uffici stampa della P.A. rappresenta anche una garanzia ineludibile per realizzare un’informazione pubblica obiettiva e trasparente, in perfetta linea coi principi e i dettami della legge 150 e che ciò può avvenire attraverso un quadro normativo e contrattuale certo;

- che per garantire tale quadro è indispensabile che la FNSI moltiplichi tutti gli sforzi e tutte le azioni rivolte ad avviare il negoziato con l’ARAN ed anche con le altre Organizzazioni sindacali, con l’obiettivo di rimuovere tutti gli ostacoli che attualmente impediscono lo sblocco della situazione di grave stallo che si è determinata nella contrattazione;

che i giornalisti che lavorano nella pubblica amministrazione subiscono spesso, ad opera dei vertici politici e burocratici, inaccettabili discriminazioni e condizionamenti, in presenza di contorte interpretazioni della legge 150 lesive della dignità personale e professionale dei giornalisti degli Uffici Stampa, dando origine a situazioni complesse e molto differenti sotto il profilo professionale, contrattuale e previdenziale, tutte meritevoli di attenzione e sostegno da parte del Sindacato;
che la mancata attuazione della Legge quadro a sette anni dalla sua emanazione e il mancato avvio del negoziato contrattuale ha prodotto e produce, nel settore degli uffici stampa pubblici al pari di tutte le altre forme di giornalismo, una sempre più allarmante crescita del precariato in varie forme, con un non più tollerabile accumulo di diritti acquisiti e una sempre più evidente e inderogabile necessità di affrontare con idee chiare e impegno totale la questione della stabilizzazione di questi colleghi precari;

RITENENDO

indispensabile intensificare l’iniziativa sindacale per salvaguardare dignità e diritti ai giornalisti impegnati quotidianamente in un servizio pubblico, così come è necessario promuovere sempre di più luoghi e momenti di confronto all’interno della categoria dei giornalisti su queste problematiche;

che la FNSI debba stimolare tutte le Associazioni Stampa Regionali ad intraprendere, in piena sintonia e sinergia con i Gruppi Uffici Stampa, ogni concreta iniziativa per la verifica dello stato di attuazione della legge 150/2000 ed ogni azione di vigilanza sul rispetto delle norme e della dignità e professionalità degli addetti, offrendo così ai giornalisti degli uffici stampa un riferimento sindacale sempre più solidale e credibile in grado di confrontarsi autorevolmente con le Amministrazioni pubbliche;

IMPEGNA LA SEGRETERIA, IL CONSIGLIO NAZIONALE E LA GIUNTA

a coinvolgere ed impegnare sempre di più il GUS, per i motivi prima elencati e per la sua esperienza e conoscenza delle problematiche locali e singole degli Uffici Stampa, nei suoi organismi nazionali e territoriali più rappresentativi (anche con la effettiva e operativa presenza di alcuni suoi membri nella strutture dipartimentali specifiche della FNSI) nell’elaborazione delle strategie e nei tavoli di trattativa, in quanto gruppo titolato e titolare di specificità e di conoscenze dell’ambiente e dell’organizzazione di lavoro;
a condividere e sostenere, all’interno del proprio programma di lavoro per il prossimo triennio, la necessità di una forte e diffusa iniziativa nazionale (da articolare nelle forme che si riterranno più opportune, anche con la mobilitazione di tutta la categoria interessata), per l’inquadramento dei giornalisti degli uffici stampa all’interno di un contratto quadro settoriale, dunque con il relativo profilo professionale e con l’applicazione degli istituti connessi, ma anche con l’elaborazione di una strategia precisa e complessiva per la stabilizzazione dei colleghi precari, che abbia come riferimento concreto la normativa espressamente prevista dalla Legge Finanziaria Nazionale. Ciò con l’obiettivo di dare più ampio respiro alla “questione” uffici stampa, di darle lo spessore di una vera e propria vertenza nazionale inquadrata all’interno della più grande vertenza dell’informazione in Italia, facendola uscire dalla non più sostenibile logica del “tavolo tecnico” per giornalisti specializzati, con una professionalità settoriale, e ponendola invece su quella, più complessiva e adeguata alla realtà attuale, della qualità, correttezza e trasparenza dell’informazione pubblica e del sempre più concreto sostegno ad un “pezzo” ormai molto rilevante, come dimostrano dati, numeri e screening nazionali e locali, della professione giornalistica in Italia;

-ad affrontare con rigore le problematiche delle deroghe sulle incompatibilità, espressamente previste dalla Legge 150, relative a addetti e capi uffici stampa, anche al fine di tutelare nel limite del possibile le aspettative dei colleghi disoccupati.

lunedì, novembre 12, 2007

GUS REGIONALI: AGGIORNATE I VS SITI WEB

Era il 2000 quando il GUS Toscana, primo GUS Regionale, per iniziativa del sottoscritto, all’epoca Tesoriere e responsabile della segreteria, aprì il primo sito di un GUS regionale, ospitato nella rete civica del Comune di Firenze.

Subito dopo qualche anno un membro del Consiglio Nazionale decise di aprire, per conto del nazionale, il sito del GUS Nazionale, con il suffisso .org, ma, dopo un paio di aggiornamenti inziali il sito per oltre tre anni è rimasto fermo, tant’è che appariva sempre, ovvero fino a quando è scaduto il contratto dello spazio con il server, come Segretario Nazionale la compianta amica Luisa Jamoretti, già scomparsa da diversi anni.

Da quel lontano 2000 tanto tempo è passato……..e non in meglio.

Attualmente il sito toscano, che per tanti anni, con orgoglio, è stato l’unico sito di riferimento per gli uffici stampa di tutta Italia, e soprattutto per i colleghi non iscritti al GUS, è inattivo dal giugno 2007, ovvero da quando il nuovo Consiglio Direttivo, a maggioranza, ha deciso di affidarlo a terzi, ovvero a una società non giornalistica, specializzata in rassegne stampa, che per avere tale onere, od onore, verserà nelle casse del GUS Toscana alcune centinaia di euro.

Non meglio gli altri, pochissimi per la verità, siti regionali on line.

Il GUS Lombardo, dopo aver inaugurato la scorsa primavera un super sito tecnologico, che aveva sostituito il sito statico che per alcuni anni avevano deciso di tenere, complice anche il risultato elettorale dell’Ordine della Lombarda, si è bloccato del tutto dopo la sconfitta di Abruzzo.

Un vero peccato, e comunque merita andargli a fare almeno una visitina.

Stessa sorte per il sito del GUS Abruzzo, sito on line dal 07/01/2003, ospitato dall’Agenzia Astra e realizzate da Muni Cytron, che, a parte qualche piccolo e sporadico inserimento di circolari interne, non è aggiornato da mesi e mesi.

Infine anche l’ultimo sito regionale nato, ultimo soprattutto in ordine di costituzione di quel gruppo regionale, marzo 2007, quello del GUS Sardegna, addirittura sbarcato sul web con due versioni ed indirizzi, dallo scorso mese di settembre è inattivo.

Eppure le notizie non dovrebbero mancare...basta vedere la nostra testata nazionale.

Attenzione, non faccio un discorso sulla grafica o le decisioni “editoriali”, bensì sull’aggiornamento, in quanto un sito del GUS non aggiornato almeno settimanalmente è da considerarsi un sito inattivo, ovvero morto.

Un discorso a parte lo merita il Gruppo Siciliano, che è vero che non ha un sito proprio, ma su internet, digitando http://www.informasicilia.it/gussicilia/ si trovano delle pagine con notizie ed informazioni che non corrispondono alla realtà.

Menzione semplice, in quanto non si tratta di un vero sito ufficiale, al blog aperto dal gruppo della Campania, denominato “area pubblica di discussione”, che, appunto, aggiornato quasi settimanalmente, offre talvolta alcuni spunti interessanti di riflessione e di discussione.
Meglio ESSERE presenti sul web, con siti inattivi e obsoleti che NON ESSERE presenti sul web....bel problema shespiriano!

Franco Mariani
Segretario Nazionale GUS

giovedì, novembre 08, 2007

CONFLITTO D'INTERESSI, SANZIONATO PUBBLICISTA - L'ORDINE APRE ALTRI PROCEDIMENTI DISCIPLINARI

Il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti del Veneto ha inflitto la sanzione dell'avvertimento ad un giornalista pubblicista che, in qualità di corrispondente di un quotidiano locale, ha scritto e firmato alcuni articoli riguardanti argomenti relativi all'attività della Ulss di cui è dipendente e per la quale si è occupato anche della stesura di comunicati stampa.

Tale comportamento è in palese conflitto d'interessi ed è stato ritenuto contrario ai doveri di lealtà e di buona fede a cui il giornalista deve attenersi in base a quanto stabilisce la Legge professionale (articolo 2 della Legge 69 del 1963) e il Codice deontologico, il quale pone divieto di assumere incarichi in contrasto con l'autonomia e l'indipendenza e con l'obbligo di essere e apparire corretti.

Nel caso specifico il pubblicista si sarebbe dovuto astenere dall'occuparsi per il quotidiano di tutte le notizie riguardanti l'attività della Ulss per la quale lavora: i sui articoli, infatti, potevano essere, o quantomeno apparire, condizionati dalla carica dallo stesso ricoperta nell'ambito della Ulss.

Ascoltato davanti al Consiglio, il pubblicista ha dichiarato di essersi reso conto della violazione commessa e si è impegnato a non ripetere in futuro altri comportamenti dello stesso tipo.

In tema di conflitto di interessi il Consiglio regionale dell'Ordine del Veneto ha aperto numerosi altri procedimenti nei confronti di giornalisti che scrivono articoli per varie testate giornalistiche in relazione alle stesse tematiche trattate in qualità di addetto stampa o di dipendente/amministratore di enti o società.

Tale condotta non è corretta deontologicamente e verrà sanzionata in tutti i casi accertati.

Al fine di sensibilizzare i colleghi, l'Ordine Veneto richiama i giornalisti della regione a cessare tutti i comportamenti in conflitto di interessi e sollecita direttori, capi redattori e capi servizio a vigilare affinché non si verifichino situazioni incompatibili con la deontologia professionale, le quali hanno ripercussioni negative sia sull'immagine dei giornalisti, che sulla credibilità delle testate per le quali scrivono i colleghi che operano in conflitto d'interesse.

lunedì, ottobre 29, 2007

Gli uffici stampa nella Aziende sanitarie locali in Sicilia sono obbligatori

Lo afferma un parere del Consiglio di Giustizia Amministrativa su ricorso del giornalista Leonardo Guida contro la delibera del 2005 con cui il direttore dell’Ausl 1 di Agrigento aveva revocato l’ufficio stampa creato nel 1990.

Il parere ribadisce quanto da sempre sostenuto dal sindacato dei giornalisti e dalla stessa Regione, che con due direttive degli assessori alle Autonomie Locali, Stancanelli prima e Colianni poi. ha sancito la necessita’ che siano istituiti uffici stampa nella pubblica amministrazione, tra cui le Ausl, nonche’ l’obbligo di confermare quelli esistenti per assicurare la trasparenza amministrativa ai cittadini, al fine di prevenire gli abusi e le omissioni di funzionari infedeli.

“Nei prossimi giorni l’Assostampa -afferma il segretario provinciale Nino Randisi- chiedera’ di incontrare il dirigente dell’Ausl 1 alla luce del parere del Consiglio di Giustizia Amministrativa”. (AGI) Rap

lunedì, ottobre 22, 2007

GUS: Associazione autonoma. Perchè no?


Dal solerte ed impeccabile Segretario Nazionale GUS non potevamo che attenderci un altro puntuale intervento sullo stato di salute della grande famiglia dei Giornalisti Uffici Stampa. Uno stato di salute che, a tratti, rasenta una condizione pressochè comatosa.
Non già per i suoi attivissimi rappresentanti a livello nazionale o locali. Tra i quali, naturalmente, Franco Mariani. Mariani, infatti, ancora una volta evidenzia, con la passione che lo contraddistingue, il ruolo, le funzioni e l'insostituibile contributo che forniscono quotidianamente i Giornalisti degli Uffici Stampa siano essi di Enti pubblici, siano essi di Aziende private. Ancora, aggiunge Mariani, questi giornalisti sono scesi in sciopero ogni qualvolta sono stati chiamati a solidarizzare anche con i colleghi umiliati da una reiterata azione di sabotaggio rispetto ad un sacrosanto diritto ad avere un contratto rinnovato. Già qui, però, caro Franco, abbiamo evidenziato, almeno noi, come sia attraverso i comunicati dei TG nazionali o attraverso la valanga di interventi sui più blasonati quotidiani, mai, ma proprio mai, si accennò alla umiliante condizione degli Addetti Stampa. Salvo, però, inviare ispettori presso le Pubbliche Amministrazioni al fine di diffidarle a causa della mancata applicazione della Circolare del Ministero del Lavoro per il versamento dei contributi INPGI. Non da ultimo, un'altra circolare che invita le P.A. a predisporre un apposito registro contabile esclusivamente per quei (non)dipendenti che espletano attività di Informazione. Ben vengano tutte queste forme di "organizzazione contributivo-contabile", ma a fronte di tanto, caro Franco cosa ne hanno ricavato fino ad oggi i colleghi Addetti Stampa? Nulla, ma proprio nulla. Esclusivamente solitarie azioni legali di tipo privatistico per vedersi riconoscere anni e anni di attività di addetti Stampa senza alcun riconoscimento nè di tipo giuridico, nè di tipo economico. Orbene, caro Franco, ben vengano anche le ipotesi, non tanto remote, del Presidente Falleri di prevedere una "associazione professionale a se stante". La prova e riprova di tali supposizioni, è l'imminente Congresso Nazionale di Bari. Non una parola, non un rigo, non una menzione rispetto alla scandalosa situazione della Legge 150/2000. Una considerazione offensiva degli Uffici Stampa alla stessa stregua delle miriadi di scioperi per il rinnovo del contratto giornalistico. Concludo, caro Franco, con l'assicurazione che non sei solo ad esternare senza paure l'effettiva condizione dei "peones" del giornalismo italiano.

Pasquale Di Benedetto
Presidente GUS Campania

I 35 ANNI DIMENTICATI DEL GUS IN SENO ALLA FNSI


1972-2007: 35 anni fa il GUS, Gruppo Giornalisti Uffici Stampa, nato a Milano nel 1965, diventava uno dei gruppi di specializzazione della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.

Da 35 anni presenti nel Sindacato Unitario dei Giornalisti Italiani.

Chi scrive è un “novellino” rispetto alle grandi figure che hanno contribuito a far nascere e a far diventare grande il GUS, ma posso dire che in questi otto anni in cui sono stato operativo, prima per il gruppo toscano e da tre anni anche come Segretario Nazionale, e da due come direttore responsabile di questo giornale, ho potuto respirare e nutrirmi di quegli ideali che hanno ispirato i fondatori del nostro Gruppo.

Per chi non lo sapesse i Giornalisti degli Uffici Stampa sono iscritti all'Albo dell'Ordine dei Giornalisti e sono gli unici che, in relazione al Decreto Ministeriale Degan pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 febbraio 1984, possono esercitare tale specifica ed importante attività.

Rispettano la verità sostanziale dei fatti ed assicurano la completezza e la trasparenza dell'informazione e della comunicazione.

Promuovono la collaborazione fra i colleghi, la cooperazione con gli editori e la fiducia tra la Stampa ed i lettori.

Operano con lealtà e buona fede nel rispetto degli enti e delle imprese pubbliche e private di cui sono portavoce.

Sono fonte ufficiale legittimata per Legge, garante di una completa, trasparente e corretta informazione e comunicazione.

Autori dei testi e pubblicazioni destinati agli Organi d'informazione sono anche organizzatori di servizi: visite agli enti di cui sono addetti stampa, conferenze stampa, incontri di lavoro, servizi fotografici, accesso ai dati, ricostruzioni di archivi e tutto ciò che richiedono le esigenze dei media e dell'universo in cui gli enti e le imprese pubbliche e private operano.

Perché è importante ricordare questo traguardo dei 35 anni, passato inosservato, l'anniversario cadeva lo scorso aprile, da parte dei vertici della FNSI (Presidente, Segretario Generale, Segretario Generale aggiunto responsabile del Dipartimento Uffici Stampa, Membri del Dipartimento Uffici Stampa) ?

E' importante per vari motivi, tra cui la dura battaglia, durata più decenni, per avere una legge, la 150 del 2000, che riconoscesse e tutelasse i diritti dei colleghi che operano nella Pubblica Amministrazione, e allo stesso tempo vista poi dalla FNSI come sbocco lavorativo per sistemare tanti colleghi precari o disoccupati.

Non sarebbe stato male per i vertici del Sindacato, attualmente però, e giustamente, impegnati nel rinnovo dei vertici Nazionali, e prima ancora in quelli delle Assostampa Regionali e poi dell'Ordine, ricordare e sottolineare questo anniversario che, per una pura coincidenza, coincide anche con il Congresso Nazionale della FNSI dove il rinnovo del contratto e l'applicazione della legge 150 sono dei punti cardine in tutti i vari programmi elettorali delle varie correnti sindacali.

Importante perché la base, e non tanto quel numero, e comunque numericamente non indifferenti, di colleghi delegati che eletti nelle varie Assostampa Regionali risultano essere anche iscritti al GUS, si aspetta dalla Federazione, come dalle varie Assostampa, delle forti risposte ed un impegno che ancora oggi è latitante.

Anche perché negli ultimi scioperi nazionali indetti dalla FNSI i Giornalisti degli Uffici Stampa sia pubblici che privati hanno aderito con punte del 90%, tenendo conto che chi lavora come addetto stampa nella Pubblica Amministrazione non ha il contratto giornalistico, ma quello del pubblico impiego, con la conseguenza che questo gli preclude l'adesione alle agitazione indette dalla FNSI, eppure i “miei” colleghi, sfidando la burocrazia italiana, sono scesi in piazza e hanno scioperato.

Il GUS è una forza discreta e silenziosa che però, come dice spesso l'attuale Presidente Nazionale Gino Falleri, potrebbe, prima o poi, decidere di staccarsi dalla FNSI, diventando associazione professionale a se stante.

In pratica, con i dovuti aggiustamenti, siamo per il Sindacato i propri “pubblicisti” (sapete che bene che se l'0rdine non avesse le quote degli oltre 70.000 pubblicisti non potrebbe campare….).

Di questo si dovrà tenerne conto al prossimo Congresso Nazionale.

E lo scrive uno che non sarà Delegato al Congresso perché dice e scrive cose che spesso fanno paura, mentre i “vertici” privilegiano persone che sono pronte a vendersi “ad altri” per un piatto di bibliche lenticchie, ma che però, alla fine, quello che io scrivo o dico si dimostra essere sempre la dura verità.

Auguri GUS….ovunque tu sia…. o sarai!

Franco Mariani
Segretario Nazionale GUS

mercoledì, ottobre 17, 2007

La crisi che ha investito il Teatro San Carlo

La crisi che ha investito il Teatro San Carlo di Napoli, che evidenzia il degrado profondo raggiunto dalla città, riporta anche l’attenzione sulla legge 7 giugno 2000, n. 150, recante norme per la "Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni". Una legge che pervicacemente a sette anni di distanza si insiste per non far applicare, con guasti che si manifestano, come nel caso del massimo napoletano, con licenziamento prima della scadenza del contratto della giornalista Tramontano, o come in altri casi di assegnazione di mansioni diverse a giornalisti, invece, assunti per svolgere attività di informazione o ancora di assunzioni o affidamenti di incarichi relativi a compiti, rientranti in quelli previsti per l’ufficio stampa, di personale non iscritto all’Ordine dei Giornalisti

La legge 150, se può apparire discutibile e carente per alcuni aspetti, mette innanzitutto un forte punto fermo distinguendo e precisando le diverse competenze tra la comunicazione istituzionale e l’informazione, che affida appunto esclusivamente ai giornalisti, affinché la svolgano con efficacia, tempestività e professionalità, mediando accortamente -com’è nella tradizione di questa atipica figura professionale- tra il diritto del datore di lavoro e del cittadino ad un' informazione trasparente e chiara.

La Pubblica Amministrazione in genere, come gli Enti che si avvalgono di finanziamenti pubblici, continuano – calpestando la legge- a voler gestire l’informazione in modo personalistico o controllandola attraverso uffici stampa fantocci o portaborse, impedendo l’ingresso ai giornalisti ed emarginando quelli che già sono all’interno. Ma se ciò accade è perché la categoria ha perso la sua sfida, perché la nostra categoria non ha saputo confrontarsi con una professione che è cambiata e che vede solo meno del 50% di giornalisti professionisti dipendenti di testate editoriali quotidiane e/o televisive. …E così accade che le vicende, che riguardano l’oltre 50% della categoria, finiscono, senza che si apra un serio dibattito sul futuro della nostra professione, in pochi righi di giornale e in brevi comunicati dell’Ordine, delle Assostampa e della FNSI.

Lydia Tarsitano
giornalista professionista
Esperto in comunicazione ed informazione MIBAC
-direttore-
ufficio stampa Biblioteca Nazionale di Napoli

venerdì, ottobre 05, 2007

Teatro San Carlo di Napoli, giornalista licenziata

Nonostante il suo contratto come capo ufficio stampa scadesse nel 2008, una giornalista napoletana è stata 'licenziata' dal commissario straordinario del teatro San Carlo di Napoli Salvatore Nastasi.
In una nota del presidente dell'Associazione napoletana della stampa Enzo Colimoro e di quello dell'Ordine della Campania Ottavio Lucarelli "l'improvvisa e unilaterale" decisione del commissario, oltre che "illegittima", viene stigmatizzata come "ancora più sorprendente se dovesse essere ricondotta a motivazioni di carattere economico-finanziario. Alla dottoressa Raffaella Tramontano, che da sette anni cura e coordina l'ufficio stampa del teatro, viene riconosciuto un trattamento economico che, se paragonato al dissesto finanziario del teatro, è davvero poca cosa rispetto soprattutto al danno subito dalla giornalista".
Da qui l'invito del sindacato di categoria affinché il commissario receda dalla decisione assunta; in caso contrario, l'Assostampa partenopea intraprenderà tutte le azioni a tutela della collega in tutte le sedi.

martedì, agosto 28, 2007

REGIONE CAMPANIA: LEGGE 150 ANCORA UNA VOLTA RINNEGATA

È stato pubblicato sul B.U.R.C. n. 25 del 30/04/07 l’Avviso Pubblico per la “Costituzione di una lista di esperti per l’individuazione dei componenti dell’Unità Tecnica del Piano d’Azione per lo Sviluppo Economico Regionale (PASER)”. Trattasi di un Avviso Pubblico emesso dall’Area Generale di Coordinamento Sviluppo Attività Settore Secondario della Regione Campania. Tra le diverse professionalità da selezionare troviamo anche professionisti della comunicazione (o informazione?!) istituzionale (giornalisti). Per i candidati alla selezione di che trattasi è previsto, quale titolo di studio, il diploma di laurea conseguito da almeno tre anni (?) in Giurisprudenza, Economia e Commercio (?), Ingegneria (?), Scienze della Comunicazione con votazione minima 105/110 (?); “il possesso del titolo di studio non è richiesto per coloro i quali risultano iscritti nell’albo dei giornalisti professionisti da almeno tre anni” (sic!). Se, come andiamo affermando, l’Informazione Istituzionale risulta inscindibile da ogni attività amministrativa che sia efficace, con questo Avviso Pubblico ci troviamo nuovamente di fronte ad una interpretazione (o rinnegazione) della legge (150/2000) a dir poco sospetta. Se, ancora, a livello nazionale e non solo, si trovano mille ostacoli per l’effettivo riconoscimento ed applicazione della stessa, quando bisogna trovare stratagemmi strumentali a propri soggettivi interessi politico-amministrativi (?), ebbene quella legge tanto bistrattata torna puntualmente utile alla bisogna. Nel merito, la temporalità richiesta di acquisizione della laurea e dell’iscrizione all’Ordine (3 anni) è quantomai stranamente coincidente. Nell’ambito della Informazione Istituzionale, la richiesta della laurea in Ingegneria è preferita, ad esempio, a quella in Scienze Politiche o in Sociologia ad indirizzo Mass-media e comunicazione. Inoltre, e qui casca l’asino, il Regolamento di attuazione della 150 (D.P.R. 422/2001) non fa alcuna distinzione discriminatoria tra giornalisti professionisti e pubblicisti. Se a questo aggiungiamo che, nello stesso D.P.R., sono ben altri i titoli richiesti per l’attività di Informazione Istituzionale negli Enti pubblici, l’Avviso Pubblico per il PASER si presta a facili contestazioni di ordine di legittimità. In conclusione, se la Legge 150/2000 doveva essere un ulteriore passo avanti rispetto alla trasparenza ingenerata dalla Legge 241/1990, ce n’è abbastanza per far redimere quanti, tutt’oggi, si ostinano ad ostacolare l’applicazione definitiva della 150.

lunedì, luglio 30, 2007

GLI ADDETTI STAMPA SONO GIORNALISTI A TUTTI GLI EFFETTI

"Prendo spunto da un recente articolo del Corriere della Sera, di cui parliamo nella sezione in rilievo di questo numero del giornale, per una riflessione ed un invito rivolto, in primis a tutti i colleghi italiani, e poi ai vertici dei nostri organismi di categoria, Ordine, sia nazionale che i vari consigli regionali, e al Sindacato, affinché si diano da fare per cambiare mentalità.
Il problema di fondo, problema tra l'altro di non poco conto, è che i giornalisti che lavorano negli uffici stampa non sono considerati, dai colleghi che lavorano nelle redazioni giornalistiche, e sottolineo il termine colleghi, in quanto siamo tutti iscritti allo stesso Ordine professionale, dei veri giornalisti.
Per buona parte della categoria abbiamo cosi giornalisti di serie A, quelli che lavorano nelle redazioni, e quelli di serie B, ma forse considerati anche di C 2, che lavorano negli uffici stampa.
C'è poi chi nelle redazioni provvede a distinguere in due sottocategorie i colleghi che lavorano negli uffici stampa: nella prima rientrano i più “importanti”, quelli che bisogna tenersi buoni o a cui non sempre si può dire di no, perchè lavorano nelle regioni, province, comuni, o in Enti importanti, come Enel, Telecom, ecc, e quelli che “non contano un c…” (per una questione di buon gusto tralascio di scrivere per intero la parola, ma il termine è sicuramente comprensibile), ovvero che non contano nulla, perché lavorano in uffici stampa privati o che, da free lance, curano più uffici stampa.
Come giornalisti che lavoriamo negli uffici stampa, e mi verrebbe da evidenziare, con forse più professionalità degli altri colleghi, e non lo dico per orgoglio, ma come dato di fatto, visto che con sempre maggior frequenza le redazioni pubblicano integralmente i nostri comunicati stampa, rivendichiamo il nostro diritto ad essere considerati dai colleghi delle redazioni, giornalisti a tutti gli effetti, come loro, senza distinzioni.
A testimonianza di questa differenziazione riporto quanto successe in Toscana alle penultime elezioni per il Consiglio dell'Ordine della Toscana.
Un giornalista professionista dell'ufficio stampa della Giunta della Regione Toscana, consigliere uscente dell'Ordine della Toscana, non fu preso in considerazione come possibile nuovo Presidente dell'Ordine regionale in quanto molti colleghi non lo avrebbero votato perché, essendo un addetto stampa, lo consideravano un giornalista di serie B.
E' ora di cambiare mentalità.
E' ora di far cambiare questa mentalità.
Un compito che spetta in particolare a chi è stato recentemente eletto al Consiglio Nazionale dell'Ordine e nei Consigli Regionali, e a chi sarà eletto nel prossimo Consiglio Nazionale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.
Il GUS è pronto a fare la sua parte, come sempre."
Franco Mariani
Segretario Nazionale del GUS

martedì, luglio 17, 2007

Rinnovati Consigli Direttivi Ordine e Assostampa della Campania

Formuliamo i più sinceri auguri di buon lavoro al nuovo Presidente dell’Ordine Regionale dei Giornalisti, Ottavio Lucarelli ed al nuovo Presidente dell’Assostampa napoletana, Vincenzo Colimoro. Ogni rinnovamento dovrebbe essere foriero di spinte propulsive atte a più incisive e positive iniziative per una Categoria, quella dei Giornalisti, in perenne movimento e “sollecitazioni” di ordine professionale, sindacale e politico. Senza tenere in conto l’inarrestabile evoluzione di un mestiere che deve, peraltro, rispondere tempestivamente all’evoluzione dei tempi e di una tecnologia sempre più sofisticata ed esigente. Dover registrare studi più o meno veritieri rispetto alla sopravvivenza della carta stampata, ad esempio, o al giornalismo condizionato dalle mode dettate dalla blog-mania, non può non essere oggetto di attenzione e debite valutazioni. In qualità di Presidente del GUS Campania non posso che sottoporre alla indubbia sensibilità dei due nuovi Organismi Regionali dei Giornalisti la delicatissima situazione in cui versano i colleghi degli Uffici Stampa pubblici e privati. Un’attività, quella degli Addetti Stampa, in una Regione come la nostra, che quotidianamente viene vessata da metodiche di assunzione a dir poco umilianti per una Categoria professionale altamente qualificata. Contratti di lavoro a termine privi dei più elementari diritti professionali; contratti di lavoro che non prevedono alcuna selezione di merito e spesso redatti su principi non del tutto leciti; contratti capestro che fanno del “ricatto” occupazionale il proprio punto di forza; etc. Su queste e tante altre battaglie, il GUS Campania chiederà la preziosa collaborazione dei due nuovi Presidenti, al fine di dare giusto riconoscimento a quanti, da anni, delusi nelle aspettative di una “fantomatica” legge disattesa (L. 150/2000), continuano strenuamente a pretendere un sacrosanto diritto che proviene loro dall’appartenenza ad un prestigioso Ordine professionale.

martedì, giugno 26, 2007

IL 30 GIUGNO SCIOPERO NAZIONALE DEI GIORNALISTI

La Segreteria della Fnsi, su mandato della Giunta Esecutiva e del Consiglio Nazionale, ha proclamato per sabato prossimo 30 giugno lo sciopero nazionale dei giornalisti dei quotidiani, delle agenzie di stampa e dell’emittenza radiotelevisiva pubblica e privata e degli uffici stampa.
Si tratterà di una giornata di silenzio dell’informazione proclamata per respingere l’attuale pesante attacco all’autonomia del giornalismo e al diritto di cronaca. Il Sindacato dei giornalisti sottolinea, in particolare, la gravità del disegno di legge Mastella sulle intercettazioni, approvato dalla Camera con voto quasi unanime, e che, se approvato anche dal Senato, limiterebbe pesantemente l’informazione giudiziaria.
La Fnsi chiede inoltre la rapida approvazione delle leggi che riguardano la comunicazione, la riforma delle leggi sull’editoria e sulla Rai e l’attuazione della legge 150 negli uffici stampa pubblici.
La Federazione della Stampa intende inoltre protestare per il persistere del blocco al rinnovo del contratto di lavoro da parte degli editori della Fieg, che stanno minacciando un attacco all’occupazione giornalistica e alla solidità finanziaria dell’Istituto di Previdenza Inpgi, annunciando stati di crisi, casse integrazioni e prepensionamenti. Tutto ciò in una situazione in cui si va aggravando il problema del precariato giornalistico, un fenomeno ormai più ampio dello stesso lavoro dipendente”.Riportiamo di seguito le modalità dello sciopero proclamato dalla Federazione della Stampa:- I giornalisti dei quotidiani si asterranno dal lavoro nella giornata di sabato 30 giugno per impedire la pubblicazione dei quotidiani nella giornata di domenica 1° luglio.- I giornalisti delle agenzie di stampa, dei service, delle strutture sinergiche nazionali e locali, dei giornali telematici, dei siti web e dei portali internet si asterranno dal lavoro dalle ore 7,00 di sabato 30 giugno alle ore 7,00 di domenica 1° luglio.- I giornalisti freelance, i collaboratori e i corrispondenti si asterranno dal lavoro per l’intera giornata di sabato 30 giugno. - I giornalisti dell’emittenza radiotelevisiva nazionale pubblica e privata, analogica e digitale, e dei canali tematici satellitari legati o no a network terrestri si asterranno dal lavoro nella giornata di sabato 30 giugno, dalle ore 6,00 di sabato 30 giugno alle ore 6,00 di domenica 1° luglio. - I giornalisti degli uffici stampa si asterranno dal lavoro per l’intera giornata di sabato 30 giugno.Nel corso dello sciopero nell’emittenza radiotelevisiva saranno assicurati soltanto i notiziari in forma ridotta previsti da eventuali accordi aziendali. Pertanto, non andrà in onda nessuna trasmissione o rubrica giornalistica, né andranno in onda trasmissioni registrate in giornate precedenti, che abbiano come conduttori o protagonisti giornalisti, né avvenimenti sportivi con la cronaca di giornalisti. In ogni caso sarà assicurata la presenza dei Cdr in tutte le redazioni al fine di predisporre notiziari straordinari in presenza di eventi di particolare gravità e interesse per l’utenza.
Non sono previste deroghe di alcun tipo.

mercoledì, giugno 06, 2007

Il Comune di Ragusa riconosce il contratto giornalistico

Il comune di Ragusa ha applicato la legge sugli uffici stampa riconoscendo al capoufficio stampa dell’Ente, il collega Giuseppe Blundo, il riconoscimento giuridico ed economico del contratto di lavoro giornalistico e la qualifica di caporedattore, così come prevede l’art. 127 della legge regionale 2.2002.
La segreteria provinciale dell’Assostampa di Ragusa saluta positivamente l’adozione di un provvedimento che consente al comune di Ragusa di essere il primo Ente in Provincia ad applicare correttamente la legge sugli uffici stampa ad un proprio dipendente e dà atto al sindaco di Ragusa Nello Dipasquale e all’assessore al personale Venerando Suizzo di aver tenuto fede ad un impegno assunto con i vertici provinciali del sindacato.
L’auspicio del sindacato è che gli altri enti locali della provincia seguano l’esempio del comune di Ragusa applicando il contratto di lavoro giornalistico ai dipendenti dell’ufficio stampa, così come sancito dalla legislazione vigente.

lunedì, giugno 04, 2007

STABILIZZAZIONE DEI PRECARI NEGLI UFFICI STAMPA PUBBLICI. FNSI: “SOLLECITEREMO IL CONTENZIOSO LEGALE”

Il Segretario generale aggiunto della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Giovanni Rossi, ha dichiarato:

La stabilizzazione dei precari degli Uffici stampa pubblici è, in questa fase, una delle priorità della Federazione nazionale della stampa italiana nell’ambito della vertenza che riguarda i giornalisti del settore. Nei giorni scorsi il problema è stato sollevato da una delegazione della Fnsi nel corso di un incontro con il ministro Luigi Nicolais e con dirigenti del ministero, così come la questione viene posta alle singole amministrazioni pubbliche dove il fenomeno è più rilevante. Il sindacato dei giornalisti pone alla controparte pubblica il problema dei contratti a termine continuamente reiterati, ma anche degli incarichi professionali e, soprattutto, delle collaborazioni coordinate e continuative che, in realtà, spesso mascherano veri e propri rapporti di lavoro a tempo pieno. Il fenomeno, infatti, non è diffuso solamente nell’ambito del privato. Vi sono, poi, i casi di vincitori di concorso la cui assunzione è rimasta bloccata.La Fnsi ritiene che in assenza dell’individuazione di iniziative e percorsi di accesso al lavoro stabile, individuati di comune accordo tra le parti con l’obiettivo di contrastare la precarizzazione dei rapporti di lavoro anche per i giornalisti che operano nella pubblica amministrazione, diverrà inevitabile la via del contenzioso legale, attraverso “cause pilota” avviate d’intesa tra il lavoratore interessato, l’Associazione regionale di stampa ed il sindacato nazionale.

venerdì, maggio 18, 2007

LEGGE 150/2000, UN’ANOMALIA ITALIANA

Dal Collega Pasquale de Simone
La legge 150/2000, meglio conosciuta come legge sugli uffici stampa, si avvia ormai a compiere il settimo anno di vita senza essere stata applicata in modo puntuale e corretto se non in alcuni, sporadici casi.
Colpe ed omissioni possono facilmente essere individuate nell’ostinata resistenza opposta dai sindacati confederali e dalla grande burocrazia al riconoscimento del ruolo svolto, all’interno delle amministrazioni pubbliche, da tanti colleghi, professionisti e pubblicisti, che quotidianamente producono notizie riprese dai mass media.
Alla Fnsi, da anni lodevolmente impegnata in un impari braccio di ferro contro quelli che senza dubbio possono essere considerati i poteri forti all’interno della PA, é stato riconosciuto da un giudice del lavoro il diritto a sedere al tavolo delle trattative con l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale della Pubblica Amministrazione (Aran), con dignità pari a quella riconosciuta alla triplice sindacale ed a tutte le altre sigle.
Ma anche questo non é ancora bastato a sbloccare la situazione, tanto per far comprendere quale e quanto sia il fuoco di sbarramento nei confronti dei colleghi degli uffici stampa.
Sul tavolo dell’Aran giace, ormai da tempo, una bozza, elaborata dalla Fnsi e condivisa dai sindacati minori, per addivenire a un accordo che ponga fine all’annosa vicenda, ma a tutt’oggi nessun segnale significativo é pervenuto da parte della PA, nonostante l’impegno formalmente assunto dal Ministro della Funzione Pubblica e dai vertici dell’Aran.
C’é da osservare, peraltro, che nessuna iniziativa forte, pari a quella assunta dalla Fnsi, é stata sostenuta dagli organismi sindacali di base. In Campania, in particolare, dove più evidente appare il disagio per la mancata applicazione della legge 150, nessuna voce si é levata in tutti questi anni a sostegno della vertenza dei giornalisti degli uffici stampa pubblici.
Né, in verità, lo scenario appare migliore allorquando ad essere presa in esame é la condizione dei colleghi impegnati in uffici stampa privati: anche in questo caso precarietà e negazione di diritti prevalgono sul dettato della legge.
Occorre, pertanto, recuperare il ruolo del sindacato locale anche rispetto a questi temi, che, al di là delle legittime aspettative di tanti colleghi vessati da abusi spesso plateali, possono tra l’altro rappresentare l’avvio di un discorso occupazionale caratterizzato da regole chiare e certe piuttosto che da pratiche clientelari mai abbastanza vituperate, come finora si é voluto che avvenisse in un clima di silenzio e complicità.


Pasquale de Simone
Consigliere Fnsi -
Candidato al Consiglio direttivodell’Associazione napoletana della stampa

mercoledì, maggio 16, 2007

IL MINISTRO NICOLAIS e LA LEGGE 150

Uffici Stampa
Incontro con il Ministro Nicolais: Stabilizzazione, Fondo previdenza complementare, piena applicazione della legge 150

16/05/07
“Il Ministro della Funzione Pubblica, Luigi Nicolais, ha incontrato oggi una delegazione della Fnsi composta dal Presidente, Franco Siddi, e dal Segretario generale aggiunto, Giovanni Rossi.
Tre punti al centro del colloquio: il processo di stabilizzazione nella pubblica amministrazione anche delle figure giornalistiche degli uffici stampa; l’estendibilità dell’accordo sulla previdenza complementare, raggiunto tra l'Aran e sindacali confederali nei comparti Sanità e Regioni ed Enti locali, al già esistente Fondo di categoria dei giornalisti; gli sviluppi della vicenda contrattuale relativa alla piena applicazione della legge 150/2000”.

giovedì, maggio 10, 2007

L’antitrust chiede la rimozione del Tariffario

Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti è stato convocato il 3 maggio scorso in audizione dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, nell’ambito dell’indagine conoscitiva avviata ad inizio d’anno, per verificare l’adeguamento degli ordini professionali ai principi di concorrenza. Nell’ambito di tale indagine l’Autorità ha inteso inoltre verificare l’adeguamento delle norme di autoregolamentazione alle previsioni dell’art. 2 della legge Bersani n. 248/2006.
Nel corso dell’audizione l’Antitrust ha preso atto che le norme deontologiche dell’Ordine non contengono alcun divieto in materia di pubblicità delle attività giornalistiche e di costituzione di società interdisciplinari tra gli iscritti. L’esistenza, tuttavia, di un Tariffario di compensi minimi sia pure “non inderogabili” produce sicuramente, ad avviso dell’Autorità, l’effetto di uniformare i comportamenti di mercato degli iscritti in merito al prezzo di vendita del servizio. La fissazione di tariffe costituisce quindi, secondo l’Autorità, una restrizione della concorrenza tra gli operatori del settore, essendo una indicazione volta ad uniformare il prezzo di vendita del servizio e ad alterare il libero gioco della concorrenza. Nonostante sia stato fatto presente dalla rappresentanza del Consiglio che in realtà il tariffario assolve principalmente allo scopo di difendere una posizione contrattuale debole come quella del giornalista che svolge spesso, in regime di precarietà e di sfruttamento, una prestazione autonoma che solo fittiziamente può essere qualificata come servizio d’impresa, l’orientamento dell’antitrust è di chiedere la rimozione del tariffario. Di tale richiesta dovrà farsi carico il Consiglio nazionale che risulterà eletto nella ormai prossima tornata elettorale.

Quest'anno in Basilicata il premio nazionale ''L'addetto stampa dell'anno''

Si trasferisce in Basilicata la quinta edizione del Premio nazionale di giornalismo ''L'addetto stampa dell'anno''. E nel 2007 cresce l'offerta con l'aggiunta di due concorsi: ''Nuova comunicazione'' rivolto ai giovani praticanti delle scuole di giornalismo ed ai laureati in scienze della comunicazione e ''La migliore comunicazione in ambito sanitario'' indirizzato alle aziende del settore. L'iniziativa è patrocinata da Presidenza del Consiglio dei Ministri, Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, Regione Basilicata, Apt Basilicata, Eni, Csv.net ed Articolo 21. Il Premio è aperto a tutti i giornalisti che lavorano nei diversi uffici stampa (pubblici e privati) ed è diviso in sette sezioni specialistiche secondo l'attività svolta: dalla pubblica amministrazione al non-profit; dall'economia al turismo, dalla salute alla ricerca farmacologia e telemedicale, dall'agricoltura all'ambiente, dalla cultura allo spettacolo ed allo sport. Quest'anno è indetto anche un Premio speciale 'Energia', finalizzato a selezionare un giornalista addetto stampa che si è particolarmente distinto per l'impegno verso le tematiche energetiche ed i principi dello sviluppo sostenibile. Un'apposita giuria selezionerà i migliori elaborati e le domande più interessanti, che dovranno pervenire entro l'8 settembre 2007. Un'altra sezione, dedicata alla 'carriera' professionale, verrà assegnata direttamente sulla base delle proposte della giuria, che individuerà un giornalista di grande esperienza professionale che rappresenti un punto di riferimento ed un esempio per tutti gli addetti stampa italiani. Negli anni scorsi hanno ottenuto il riconoscimento: Antonio Bettanini capo dell'informazione dell'ex ministro Franco Frattini; Mario Longardi capo ufficio stampa Mgm Italia e di tutti i film di Federico Fellini; Renzo Massarelli capo ufficio stampa del Consiglio regionale dell'Umbria; Carlo Felice Corsetti (con menzione speciale) capo ufficio stampa dell'Arma dei Carabinieri; Giuseppe (Bepi) Nava capo ufficio stampa della Rai-Tv. Ideatore e presidente dell'iniziativa è il giornalista Giacomo di Iasio, che con successo ha organizzato le quattro precedenti edizioni di Firenze, Catania, Gubbio e Vicenza cui hanno partecipato circa 200 addetti stampa. Quest'anno la cerimonia di premiazione sarà accompagnata da un seminario-convegno di aggiornamento e qualificazione professionale sul tema ''Comunicare i giacimenti culturali'', che si svolgerà in due stages a Sant'Arcangelo (Pz) e Matera il 12 e 13 ottobre 2007. ''La scelta della Lucania non è stata casuale - ha affermato Giacomo di Iasio -, perché segue una precisa logica: fare del Premio uno strumento itinerante di sensibilizzazione dei territori e delle sue realtà pubbliche e private verso le professionalità impegnate in questo comparto del giornalismo. Ed il seminario di aggiornamento professionale 'Comunicare i giacimenti ed i beni culturali', si colloca nel posto giusto, in quanto il richiamo ai famosissimi 'Sassi' di Matera sarà la linea di indirizzo per conoscere e dibattere sulle migliori e più moderne metodologie, strategie e tecniche necessarie alla valorizzazione della maggiore risorsa del nostro paese''. Per concorrere al Premio nazionale ed ai diversi concorsi possono essere richieste informazioni alla mail: info@headlinestampa.com, in modo da ricevere copia del bando, pubblicato anche sul sito internet www.headlinestampa.com.

venerdì, aprile 20, 2007

UFFICI STAMPA E AZIENDE PRIVATE

Abbiamo ricevuto una nota quantomai puntuale ed opportuna da parte della collega Pina Greco, relativamente alla condizione/posizione degli Addetti Stampa delle Aziende private. E' vero, sì, che la Legge 150/2000 si riferisce perlopiù agli Uffici Stampa delle Amministrazioni Pubbliche, questo però non può esimere le Aziende Private dal trattamento di Giornalisti regolarmente iscritti all'Ordine alla stessa stregua di professionisti dell'informazione impegnati nelle PA. Se è vero che un Ingegnere, un Medico, un Biologo, non accetterebbero (giustamente) un contratto, nel privato, non consono alla propria professionalità e specifica competenza, non si vede perchè un Giornalista non debba essere economicamente e giuridicamente considerato tale. Infatti, qualora un'Azienda privata necessiti dell'opera di un professionista dell'informazione, produrrà una richiesta specifica ben sapendo (?) dell'esistenza di un tariffario ad hoc. Trattasi, infatti, di competenze peculiari di una categoria che prevedono determinate formazioni dedicate. Queste competenze sono il bagaglio professionale anche di quei Giornalisti già in organico alle Aziende e inquadrati (all'origine) con i contratti più disparati. Se all'interno della PA esistono percorsi già consolidati per cui un dipendente (all'origine) è stato inquadrato con una determinata mansione, attraverso passaggi e corsi formativi può aspirare a mansioni superiori e/o analoghe, non si vede come nel "privato" questo non possa essere applicabile. Pertanto, per quanto sommariamente qui esposto, a nostro parere, l'applicazione della L.150/2000 è da considerarsi paritaria per tutti gli Uffici Stampa, siano essi pubblici o privati.

venerdì, aprile 13, 2007

FALLERI (G.U.S.): ‘SVOLTA’ SULLA L.150 NON PRIMA DI OTTOBRE



Le trattative per il primo contratto dei giornalisti degli Uffici Stampa pubblici potrebbero subire la sperata svolta non prima dell’autunno prossimo.
È quanto affermato dal presidente nazionale del G.U.S. (Gruppo Uffici Stampa), Gino Falleri, nel corso dell’assemblea degli iscritti al Gus romano svolta lo scorso 6 aprile.
La legge 150, dunque, è destinata il prossimo 7 giugno a spegnere la sua settima candelina senza novità sul fronte del contratto.
Falleri vede nel mese di ottobre un concreto termine per una ripresa seria e costruttiva delle trattative con i sindacati confederali. In particolar modo con la CISL, che allo stato attuale sembra aver assunto toni più concilianti con la rappresentanza dei giornalisti.
Un contratto, in ogni caso, che vedrà definitivamente naufragare l’ipotesi dell’applicazione del contratto Fnsi-Fieg all’interno della Pubblica Amministrazione. Unica possibilità, invece, sarà il riconoscimento della professione giornalistica all’interno del comparto professionale della Pubblica Amministrazione.
Altra questione sollevata circa gli Uffici Stampa è sul chi deve tutelare coloro che vi operano all’interno. Certamente la Federazione Nazionale della Stampa Italiana ed il Gruppo di Specializzazione Uffici Stampa che, tuttavia, ad oggi non trova “piena cittadinanza” all’interno della Federazione.Infine la formazione. La gestione di un ufficio stampa, infatti, è talmente un’attività specialistica che richiede una adeguata conoscenza e formazione. E chi meglio di chi vi opera all’interno può darla? Per questo, piuttosto che delegare ad altri, il G.U.S. potrebbe assolvere al compito di stabilire, attraverso una commissione operativa, quali materie insegnare e, attingendo alle professionalità dei propri iscritti, svolgere dei corsi di formazione con indirizzi specifici.



L’ennesimo oculato intervento del Presidente Falleri ci dà l’opportunità, in perfetta sintonia, di rimarcare alcuni punti essenziali sulla trattativa “in atto” rispetto al riconoscimento giuridico-professionale dei Giornalisti degli Uffici Stampa della Pubblica Amministrazione.

1 – L’ipotesi di vedere materializzato (in autunno?) quel riconoscimento, ma solo per il ruolo specifico di Professionista dell’Informazione e non per l’applicazione del contratto FNSI-FIEG, ci induce ad alcune inevitabili riflessioni:
- trattandosi, evidentemente, di Pubblica Amministrazione, si dovrà necessariamente fare riferimento alla Legge 150/2000, al DPR 422/2001 e, naturalmente alla Direttiva Ministero Funzione Pubblica del 2002, nonché al D.Lvo n. 177/2005. Queste ultime due in particolare, prevedono l’una il Piano di Comunicazione Az.le annuale (budgetizzato e calendarizzato) e l’altra, l’obbligatorietà (sic!) dell’utilizzo delle Emittenti Televisive per l’Informazione Istituzionale.
- Giornali Aziendali, Siti-giornali web aziendali, Rubriche Televisive, prevedono, tra le altre, l’obbligatorietà di iscrizione ai relativi Tribunali con relative obbligatorie Gerenze.
Tutte queste “titolarità” non potranno essere certamente retribuite in un calderone remunerativo di una semplice Dirigenza (peraltro livello D) alla stessa stregua di un Dirigente (D) Amministrativo.
Occorrerebbe prevedere, evidentemente, specifiche indennità di Gerenza alla stessa stregua di tante altre indennità (incentivanti) di analoghe figure professionali inquadrate ai livelli funzionali D. Senza tenere in debito conto che l’attività di Capo Ufficio Stampa e/o Addetto Stampa viene effettuata “…senza vincoli di orario e secondo la tempistica delle redazioni giornalistiche…”, ovvero anche nei giorni festivi, feriali e quant’altro.

2 – Per quanto concerne la formazione, poi, non possiamo che concordare perfettamente con quanto evidenziato dal presidente Falleri. Non a caso, infatti, visto che a noi piace partecipare a tanti corsi “specifici”, pur non avendone probabilmente la necessità, ma solo per avere contezza di ciò che si va ad insegnare ed eventualmente per apprendere possibili “novità”, abbiamo modo di constatare, spesso, l’assoluta inadeguatezza di tanti corsi tenuti da docenti che mai, ma proprio mai, hanno sentito l’odore di un Ufficio Stampa e, interrogati furbescamente su specifiche argomentazioni, sono risultati alquanto imbarazzati di fronte alla loro personale “ignoranza” in materia…
Senza tenere, ancora, in debito conto del proliferare di corsi di formazione patrocinati da qualche Assostampa locale ed organizzati dalle Curie Vescovili e/o patrocinati dalle Amministrazioni Provinciali senza detenere alcuna referenzialità in barba ad ogni codice deontologico o pedagogico.Il G.U.S., quindi, ed i Giornalisti degli Uffici Stampa dovrebbero essere legittimati ad un’opera di formazione così specifica e tecnicamente incontrovertibile se non si vuole continuare a sfornare dei “tuttologi” privi di ogni bagaglio professionale, privati, però, di qualche migliaio di Euro.

Il Presidente GUS Campania
Pasquale Di Benedetto

mercoledì, aprile 11, 2007

Nuove adesioni al GUS Campania

Colgo l'occasione per salutare il collega Paolo Animato, il quale da alcuni giorni fa parte anch'egli della nostra "famiglia" GUS. La sua iscrizione, insieme a quelle di tanti altri giornalisti degli uffici stampa che stanno aderendo al nostro gruppo, è motivo di ulteriore stimolo per la nostra categoria. Nel frattempo si comunica che il giorno 13 aprile, a partire dalle ore 15.00, presso la Camera di Commercio di Napoli, avremo la presenza del Coordinatore Nazionale Uffici Stampa, Giovanni Rossi. Pertanto, chiunque voglia approfittarne per un saluto, potrà incontrarlo in quell'occasione.

venerdì, aprile 06, 2007

Cari colleghi,
ieri, nel pagare la quota associativa per il 2007, ho appreso che
  1. il presidente è il dott. Pasquale Di Benedetto;

  2. esiste questo blog.

Sono contento che esista uno strumento agile di informazione sulle attività del gruppo e di comunicazione tra gli iscritti (grazie a Mimmo Pennone per il suo impegno) e spero di avere, quanto prima, il piacere di conoscere personalmente il (neo)presidente, di cui mi è noto il valore professionale.

Colgo l’occasione per formulare a tutti i miei migliori auguri di una Pasqua serena.

Paolo Animato

Trianon Viviani
teatro del popolo

indirizzo e.mail

Si comunica, per ogni opportuna conoscenza, che è stato attivato un recapito e.mail per ogni eventuale comunicazione e/o richiesta di informazioni al GUS Campania. L'indirizzo è:
guscampania@libero.it

STABILIZZAZIONE DEI PRECARI NELLA PA: DEVE RIGUARDARE ANCHE GLI UFFICI STAMPA

Il Segretario Generale Aggiunto e Coordinatore del Dipartimento Uffici stampa della
Fnsi, Giovanni Rossi, ha dichiarato:

Il Sindacato dei giornalisti torna a sollecitare l’attenzione del Parlamento e del
Governo al tema della stabilizzazione dei precari negli Uffici stampa pubblici.
Nella discussione in corso devono entrare a pieno titolo i casi dei colleghi che da
anni, con differenti forme di rapporto di lavoro, svolgono attività di addetto stampa
nell’ambito della Pubblica Amministrazione. Sarebbe grave se venisse scelta una
strada che non tenesse nel dovuto conto questo importante settore della Pubblica
Amministrazione e che, magari argomentando su un presunto rapporto fiduciario con
il vertice politico (che la legge 150 del 2000 ha superato), si tendesse ad escluderlo
anche formalmente da ogni procedura di stabilizzazione.
La Federazione nazionale della stampa italiana ribadisce la richiesta di incontro già a
suo tempo avanzata al ministro Luigi Nicolais perché si apra un confronto su questo
tema
”.

Urge il confronto con i Confederali della Funzione Pubblica

Il problema da risolvere è il rapporto con i sindacati della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil. È da una intesa con questi che dipende, al momento, la possibilità di sbloccare quella parte della legge 150 che da sette anni attende una corretta applicazione: la definizione del profilo professionale per via contrattuale. La Fnsi – da tempo – ha consegnato ai tre sindacati di categoria delle maggiori confederazioni il testo dell’ipotesi di profilo professionale già concordata a suo tempo con le organizzazioni sindacali autonome (con la sola eccezione della Confsal). Ora si attende che le tre Fp dicano la loro, facciano le osservazioni che ritengono opportune, insomma si confrontino con il sindacato dei giornalisti partendo dal merito delle cose da fare. Giovedì 5 aprile avrebbe dovuto esserci il sospirato confronto. Su richiesta confederale è stato rinviato. Poco male: ci rendiamo conto che gli impegni premono. Poco male, purché l’incontro venga rifissato e si faccia. Anche la questione posta dai giornalisti riguarda i lavoratori del pubblico impiego. Si è atteso molto per arrivare a questo punto. L’attesa non può essere infinita. Si tratta di concordare un testo che definisca il ruolo professionale del giornalista nella Pubblica amministrazione, gli garantisca gli istituti propri della categoria, ne ribadisca i riferimenti deontologici e di legge.
Dopo si dovranno discutere forme e modi della rappresentanza sindacale nonché le modalità della trasposizione dell’intesa all’interno dei contratti di comparto. C’è ancora molto da fare. La Federazione della stampa è determinata a farlo.
Giovanni Rossi

mercoledì, marzo 21, 2007

Assostampa Sicilia incontra l’Assessore regionale alla sanità - Uffici Stampa

L’Assessorato regionale alla Sanità e l’Assostampa, il Sindacato siciliano dei giornalisti, valuteranno insieme i percorsi che porteranno alla definitiva regolarizzazione degli uffici stampa all’interno delle Aziende sanitarie e ospedaliere siciliane.
Una delegazione sindacale, guidata dal Segretario regionale – Alberto Cicero – con il Presidente del Consiglio regionale – Daniele Billitteri – ha presentato oggi all’Assessore regionale alla Sanità - prof. Roberto Lagalla – un vero e proprio “dossier” sui ritardi che il sistema sanitario siciliano ha accumulato nell’applicazione della legge 150 sugli uffici stampa, che nel resto d’Italia è invece già una realtà acquisita.
L’Assessore Lagalla ha chiesto ai suoi uffici una verifica dei percorsi giuridici e si è impegnato a emanare, nel più breve tempo possibile, direttive tecniche utili a garantire uniforme applicazione della legislazione sugli uffici stampa su tutto il territorio regionale.

mercoledì, marzo 14, 2007

PARLAMENTARI E CONSIGLIERI REGIONALI CASERTANI: AGLI ADDETTI STAMPA SOLO BRICIOLE

(BS) - La comunicazione è un fattore importante per veicolare la propria attività nel mondo infuocato della politica ma, spesso, a chiamare i vari giornalisti delle svariate redazioni (tranne in qualche rarissimo-issimo-issimo caso) sono direttamente parlamentari e consiglieri regionali i quali pur di incamerare il benefit previsto per i loro collaboratori/portaborse/addetti stampa (ai quali danno pochi spiccioli su un bonus di 4000 euro per i deputati e 1900 per i deputati regionali), preferiscono 'colloquiare' direttamente con le redazioni. Ce ne siamo occupati più volte, sulla scorta di lamentele di alcuni colleghi anticipando il servizio delle Iene su Italia Uno andato in onda lunedì scorso. Sempre le Iene si occuparono di pubblicità elettorale non pagata e, anche in questo caso, anche in provincia di Caserta, troviamo qualche deputato 'inseguito' da due anni da tipografie e agenzie pubblicitarie e cosi' via. Poi si lamentano della scarsa presenza della loro attività sui giornali... Tra qualche tempo, sotto il palazzo della Provincia a protestare ci potrebbero essere proprio i giornalisti, quelli sottopagati che sgobbano nelle redazioni a pochi euro e che vengono pagati a volte dopo oltre due mesi. Il fatto è che il massimo della protesta della categoria dei giornalisti è fare quattro giorni di sciopero: rimanendo a casa. Ed ora un nuovo commento-lettera sul tema dei compensi per gli uffici stampa dei politici.

martedì, marzo 13, 2007

Il punto sull’infinita vertenza degli uffici stampa pubblici

A che punto è l’infinita vertenza degli Uffici stampa della pubblica amministrazione?

Cominciamo con il fronte Aran. La Fnsi ha avuto un positivo incontro con il presidente dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni, Massimo Massella Ducci Feri. La sostanza che ne è scaturita è così riassumibile: qualora tra le organizzazioni sindacali si raggiungesse l’intesa sull’ipotesi di profilo professionale degli addetti stampa pubblici questa avrebbe, diciamo così, una corsia preferenziale per essere rapidamente approvata.
Come abbiamo già scritto più volte, un testo di ipotesi di profilo professionale è già stata, a suo tempo, concordata con quasi tutti i sindacati autonomi titolati a trattare i contratti pubblici. Il tentativo in atto – mentre scriviamo queste note – è quello di far sì che l’intesa coinvolga anche il sindacalismo confederale.
Rapporti con i sindacati della funzione pubblica aderenti a Cgil, Cisl, e Uil. La Fnsi sta insistendo affinché il testo relativo all’ipotesi di profilo professionale degli addetti stampa pubblici sia da essi rapidamente esaminata e discussa, alla luce di quanto sopra. Si tratta di un passaggio fondamentale in quanto, a maggio, dovrebbe aprirsi la trattativa per i contratti di comparto della Pubblica amministrazione.
Un testo concordato tra tutti i sindacati e controfirmato dall’Agenzia presieduta da Massella potrebbe costituire un punto fermo anche in questa ulteriore trattativa.
Previdenza pubblica e trattamento di fine rapporto. La Fnsi ha scritto al ministro delle Riforme e dell’innovazione nella Pubblica amministrazione (più noto come ministro della Funzione pubblica), Luigi Nicolais, sollecitando i provvedimenti – peraltro già preannunciati – finalizzati a coinvolgere i dipendenti pubblici nell’operazione tesa a consentire a tutti i lavoratori di poter disporre di una prestazione previdenziale complementare, a fronte di unaprogressiva diminuzione, negli anni, delle prestazioni dell’assicurazione generale obbligatoria.
La Fnsi ha sostenuto, nel testo inviato al ministro, la necessità che i giornalisti che lavorano nella pubblica amministrazione possano, se lo vogliono, conferire il proprio trattamento di fine lavoro al Fondo di previdenza complementare dei giornalisti italiani (Fpcgi) e iscriversi a pieno titolo a esso così come accade per i colleghi del settore privato.
La logica di una simile presa di posizione oltre a guardare alla parità di opportunità per tutti i lavoratori è anche quella di affermare il principio – già passato per quanto riguarda l’Inpgi, cioè per la previdenza principale – di riunire tutti i giornalisti nei medesimi enti di categoria.
In questo settore, si tratta di superare difficoltà anche tecniche derivanti dal differente regime esistente tra chi lavora nel settore pubblico e chi in quello privato, rispetto alle modalità di riconoscimento del trattamento di fine lavoro.

di Giovanni Rossi*coordinatore del Dipartimento uffici stampa della Federazione nazionale della stampa italiana”.

martedì, marzo 06, 2007

INPGI e ENTI PUBBLICI - SENTENZE

Giudiziaria
Ispezioni, ricorsi e sentenze favorevoli all'Inpgi: il presidente Gabriele Cescutti fa il punto
06/03/07


Il presidente dell'Inpgi, Gabriele Cescutti, ha divulgato recentemente un'interessante circolare che fa il punto sulle sentenze relative alle ispezioni e ai relativi ricorsi delle aziende.


Giudizio di primo grado INPGI / PROVINCIA DI COSENZA.
Con sentenza della sezione lavoro del Tribunale di Roma, depositata in data 3.01.07 si è concluso positivamente per l’Istituto il Giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo intrapreso dall’Amministrazione in epigrafe, avente ad oggetto la posizione contributiva di n. 2 giornaliste dipendenti dalla Provincia ed addette all’Ufficio stampa ma la cui posizione non è stata mai regolarizzata presso l’INPGI avendo la Provincia sostenuto che le stesse non svolgono attività di natura giornalistica e comunque non in maniera prevalente. Nel motivare la decisione il Giudice ha rilevato sia l’obbligo, previsto dalla legge 150/2000, per gli enti pubblici di adibire negli Uffici Stampa Personale giornalistico iscritto all’Albo professionale, sia il fatto che dalla documentazione prodotta in atti dall’INPGI e all’esito della prova testimoniale, che le due giornaliste hanno svolto attività di valenza giornalistica; attività che nel caso particolare si esplicava nella elaborazione di articoli per la rivista mensile "La Provincia di Cosenza", nell’organizzazione di conferenze stampa o incontri stampa tra i giornalisti e le varie cariche istituzionali, e soprattutto nella elaborazione di comunicati, inoltrati ai vari quotidiani, concernenti lo svolgimento delle attività della Provincia.

giovedì, marzo 01, 2007

Gus avvia trattative per legge 150 ...a Terni

01/03/07
Il Gruppo uffici stampa dell'Umbria (Gus) ha avviato le trattative con la Provincia e il Comune di Terni per l'applicazione della Legge 150/2000 e il riconoscimento delle professionalità dei giornalisti dei rispettivi uffici stampa. Il presidente del Gus, Alberto Giovagnoni, e il vicepresidente, Massimiliano Cinque, hanno incontrato il presidente della Provincia di Terni, Andrea Cavicchioli, e il sindaco di Terni, Paolo Raffaelli, per intavolare con loro un dialogo e un confronto costruttivo finalizzato a dare dignità professionale agli addetti dei rispettivi uffici stampa.
Nel corso degli incontri il Gus - è detto in un suo comunicato - ha illustrato la propria piattaforma sindacale chiesto l'applicazione delle normative previste per il settore, tenendo conto delle situazioni contingenti delle strutture di informazione dei due enti, del quadro legislativo vigente, dello stato della trattativa tra Aran-Fnsi e organizzazioni sindacali a livello nazionale, del protocollo d'intesa firmato tra Asu, Gus, Anci, Upi ed Uncem regionale e della mozione recentemente approvata all'unanimità dall'assemblea dell'Associazione stampa umbra. Al termine delle riunioni - è detto ancora nella nota del Gus – è emersa la volontà di affrontare proficuamente le questioni poste sul tavolo anche nell'ottica di un coinvolgimento della Regione finalizzato alla formulazione di un accordo-quadro per l'Umbria sul versante degli uffici stampa che possa fungere da cornice di riferimento e consentire agli enti pubblici spazi di manovra ulteriori ed aggiuntivi a quelli esistenti per dare risposte concrete alle esigenze dei tanti giornalisti che lavorano quotidianamente negli uffici stampa. (ANSA)

lunedì, febbraio 26, 2007

Ancora su INPGI e INPDAP

Il Servizio Contributi e Vigilanza dell’Inpgi dà notizia del definitivo chiarimento intervenuto al Ministero del Lavoro in merito alla destinazione (e quindi alla redditività) dei contributi previdenziali maturati fino al 31 dicembre 2000 dai giornalisti che operano negli uffici stampa della pubblica amministrazione.
Si tratta di colleghi i quali - come è noto - dal 1° gennaio 2001 sono obbligatoriamente iscritti all'Inpgi. Le novità contenute nel testo che segue interessano moltissimi giornalisti, i quali temevano di poter subire un danno dal passaggio tra Inpdap e Inpgi.
I giornalisti che operano negli Uffici stampa degli Enti pubblici, e i cui contributi previdenziali dal 1° gennaio 2001 devono essere indirizzati all'Inpgi, non sono affatto obbligati a trasferire all'Inps il monte contributivo maturato fino al 31 dicembre 2000: quei contributi devono restare all'Inpdap, che in base a quei versamenti dovrà corrispondere all'interessato una pensione. L'Inpgi da parte sua dovrà provvedere al pagamento della quota derivante dai contributi maturati a partire dal 1° gennaio 2001.
E' questo il significato di una nota emanata dal Ministero del Lavoro lo scorso 19 gennaio, con la quale è stata fatta chiarezza in merito ad un indirizzo dell'Inpdap, il quale minacciava di arrecare un danno ai giornalisti i quali si fossero trovati nella condizione appena descritta.
Il problema, segnalato da alcuni giornalisti dipendenti di pubbliche amministrazioni, traeva origine da una errata interpretazione da parte dell'Inpdap di una norma dello stesso Ente, la quale prevede che qualora il dipendente pubblico interrompa il rapporto di servizio con la pubblica amministrazione, i contributi maturati, per dar luogo in futuro ad una "fetta" di pensione, debbano essere trasferiti all'Inps: il quale provvederà a corrispondere quella parte di trattamento, applicando però criteri di calcolo sicuramente meno convenienti.
Ma i giornalisti i quali avevano posto il problema non avevano affatto "interrotto il rapporto di servizio". Essi, infatti, avevano continuato a dare la medesima prestazione professionale allo stesso ente pubblico. L'unico cambiamento aveva riguardato (in base alla legge) il trasferimento all'Inpgi dei contributi previdenziali successivi al 1° gennaio 2001.
L’Inpgi, cui il problema era stato posto dai giornalisti interessati, aveva fatto rilevare che, nel caso dei giornalisti transitati nel regime previdenziale dell'Inpgi, il rapporto di lavoro era proseguito senza alcuna interruzione o novazione contrattuale, mantenendo pertanto il medesimo status giuridico e le medesime caratteristiche formali e sostanziali.
L'Istituto aveva inoltre aggiunto che per i giornalisti il rapporto assicurativo con l'Inpdap poteva considerarsi solo sospeso e non cessato; infatti, all'eventuale venir meno dell'incarico giornalistico, si riattiverebbe automaticamente - nell'ambito dello stesso rapporto di lavoro - il versamento contributivo alla competente gestione Inpdap.
A seguito della conferma da parte della Direzione generale dell'Inpdap in merito alla posizione assunta dalle varie sedi periferiche, l'Inpgi aveva allora interessato della questione il Ministero del Lavoro, che aveva convocato una riunione nel mese di dicembre scorso.
Nel corso dell'incontro i rappresentanti del Ministero hanno condiviso la tesi dell'Inpgi sulla piena legittimità dell'erogazione del trattamento pensionistico da parte dell'Inpdap nei confronti dei giornalisti, anche se gli ultimi versamenti contributivi siano stati effettuati presso l’Inpgi.
A conferma di ciò, il Ministero - con nota del 19 gennaio 2007, indirizzata ad entrambi gli Enti - ha affermato che è "ammissibile l'erogazione della pensione a carico dell'Inpdap a favore dei giornalisti dipendenti da pubbliche amministrazioni che pur continuando a prestare servizio con iscrizione all'Inpgi, potevano far valere i requisiti contributivi per il diritto a pensione ed abbiano raggiunto i requisiti anagrafici successivamente, in costanza di iscrizione all'Inpgi, previa ovviamente cessazione dal servizio".
Il Ministero trae tale giudizio dal fatto che "il giornalista transitato ope legis all'Inpgi non muta alcuno degli elementi costitutivi e fondamentali del rapporto di lavoro che, pertanto, prosegue con il medesimo titolo senza soluzione di continuità".
E' evidente l'importanza della tesi sostenuta dall'Inpgi e condivisa dal Ministero del Lavoro. Infatti, se fosse stata confermata l'impossibilità di ottenere una pensione diretta dall'Inpdap, l'iscrizione obbligatoria all'Inpgi per i giornalisti si sarebbe configurata come una disposizione in pejus, per il danno previdenziale che avrebbe loro comportato.

Il TAR delle Marche e la legge 150/2000

Il Tar delle Marche
dà ragione a Sigim e Fnsi: sospesa la selezione per l'assunzione di un giornalista all'ufficio stampa del Comune di Pesaro per violazione della legge 150
25/02/07

Il Tar delle Marche ha accolto il ricorso presentato dal Sigim (Sindacato giornalisti marchigiani) e dalla Fnsi (Federazione nazionale della stampa) contro il Comune di Pesaro ordinando la sospensione cautelare della selezione pubblica per l’assunzione a tempo indeterminato di un giornalista all’ufficio stampa dell’ente secondo modalità e criteri non rispondenti a una corretta applicazione della legge 150/2000 e tendenti - secondo il Sigim - a pregiudicare l'accesso a una larga fascia di colleghi. Nell’udienza di martedì 20 febbraio, il Tar (presidente Sammarco, consigliere Danieli, estensore Manzi) ha accolto in pieno le argomentazioni dell’avvocato Maurizio Miranda (per conto del Sigim) e dall’avvocato Bruno Del Vecchio (per conto della Fnsi) riconoscendo con ordinanza del 22 febbraio la sussistenza di “presupposti e pregiudizi di danni gravi e irreparabili” in caso di svolgimento della prova secondo le modalità disposte dal Comune e fissando l’udienza di merito al 3 ottobre 2007.
Soddisfatto di questo primo esito amministrativo, ma al tempo stesso dispiaciuto di aver dovuto adire le vie legali a causa della totale indisponibilità del Comune di Pesaro a discutere il bando nelle sedi preposte, il Sigim riafferma con determinazione la propria linea sindacale a garanzia di un libero mercato del lavoro e delle legittime aspirazioni dei colleghi che solo dall’iscrizione all’albo dei giornalisti devono trarre il diritto a partecipare alle selezioni pubbliche per i ruoli giornalistici di addetto stampa, secondo quanto previsto dalla legge 150/2000 sulle attività di informazione e comunicazione nella pubblica amministrazione.
I requisiti imposti dal Comune di Pesaro per partecipare alla selezione (laurea vecchio ordinamento o quinquennale, iscrizione quinquennale all’albo dei giornalisti ed esperienza triennale in un ufficio stampa pubblico) rappresentano secondo il Sigim potenziali elementi di valutazione curricolare dei candidati ma non possono in alcun modo trasformarsi in ostacoli alla libera partecipazione dei colleghi, secondo l’assunto – del tutto illogico e opinabile anche dal punto di vista strettamente professionale – che solo chi abbia già un’esperienza di lavoro in un ufficio stampa pubblico possa avere le qualità e la competenza per lavorare al servizio di un ente locale. Nella piena coscienza che una materia così delicata come l’informazione pubblica necessiti di approfonditi confronti, per ben due volte nel corso del 2006 il Sigim ha incontrato il sindaco di Pesaro, Luca Ceriscioli, e il direttore generale del Comune, Mario Maoloni, illustrando le opzioni legislative e sindacali attualmente garantite, suggerendo possibili soluzioni e offrendo la propria disponibilità ad affiancare l’ufficio personale dell’ente nella preparazione di eventuali procedure selettive. Il Comune ha ritenuto di muoversi diversamente senza neppure informare il sindacato giornalisti. Una volta venuto a conoscenza della pubblicazione del bando, il Sigim ha immediatamente scritto al sindaco Luca Ceriscioli, manifestando le proprie perplessità tecnico-giuridiche e richiedendo un immediato colloquio (ai fini di un correzione dell’avviso selettivo e o di un suo annullamento in autotutela) al quale sindaco e assessore al personale si sono sottratti inviando una delegazione di soli dirigenti. La risposta del direttore generale Maoloni è stata negativa. L’annullamento cautelare della selezione ordinato dalla Prima sezione del tribunale amministrativo regionale conferma le buone ragioni del Sigim e deve suonare da monito per tutte le amministrazioni pubbliche marchigiane chiamate a riorganizzare le proprie attività di informazione ai media e ai cittadini.
Nel riaffermare la propria centralità nel sistema regionale dell’informazione e la massima vigilanza sulle dinamiche del mercato del lavoro giornalistico, il Sigim rinnova al Comune di Pesaro la propria disponibilità a riavviare un percorso condiviso per la copertura e la riorganizzazione dell’ufficio stampa dell’ente, attualmente esternalizzato, così da non perdere altri preziosi mesi, considerati i tempi della pur rapida udienza di merito concessa dal Tar e della successiva pubblicazione della sentenza.

giovedì, febbraio 15, 2007

INPGI - UFFICI STAMPA

I giornalisti che operano negli Uffici stampa degli Enti pubblici, e i cui contributi previdenziali dal 1° gennaio 2001 devono essere indirizzati all’Inpgi, non sono affatto obbligati a trasferire all’Inps il monte contributivo maturato fino al 31 dicembre 2000: quei contributi devono restare all’Inpdap, che in base a quei versamenti dovrà corrispondere all’interessato una pensione. L’Inpgi da parte sua dovrà provvedere al pagamento della quota derivante dai contributi maturati a partire dal 1° gennaio 2001. E’ questo il significato di una nota emanata dal Ministero del Lavoro lo scorso 19 gennaio, con la quale è stata fatta chiarezza in merito ad un indirizzo dell’Inpdap, il quale minacciava di arrecare un danno ai giornalisti i quali si fossero trovati nella condizione appena descritta. Il problema, segnalato da alcuni giornalisti dipendenti di pubbliche amministrazioni, traeva origine da una errata interpretazione da parte dell’Inpdap di una norma dello stesso Ente, la quale prevede che qualora il dipendente pubblico interrompa il rapporto di servizio con la pubblica amministrazione, i contributi maturati, per dar luogo in futuro ad una “fetta” di pensione, devano essere trasferiti all’Inps: il quale provvederà a corrispondere quella parte di trattamento, applicando però criteri di calcolo sicuramente meno convenienti. Ma i giornalisti i quali avevano posto il problema non avevano affatto “interrotto il rapporto di servizio”. Essi, infatti, avevano continuato a dare la medesima prestazione professionale allo stesso ente pubblico. L’unico cambiamento aveva riguardato (in base alla legge) il trasferimento all’Inpgi dei contributi previdenziali successivi al 1° gennaio 2001. Il nostro Istituto, cui il problema era stato posto dai giornalisti interessati, aveva fatto rilevare che, nel caso dei giornalisti transitati nel regime previdenziale dell’Inpgi, il rapporto di lavoro era proseguito senza alcuna interruzione o novazione contrattuale, mantenendo pertanto il medesimo status giuridico e le medesime caratteristiche formali e sostanziali. L’Istituto aveva inoltre aggiunto che per i giornalisti il rapporto assicurativo con l’Inpdap poteva considerarsi solo sospeso e non cessato; infatti, all’eventuale venir meno dell’incarico giornalistico, si riattiverebbe automaticamente -nell’ambito dello stesso rapporto di lavoro -il versamento contributivo alla competente gestione Inpdap. A seguito della conferma da parte della Direzione generale dell’Inpdap in merito alla posizione assunta dalle varie sedi periferiche, l’Inpgi aveva allora interessato della questione il Ministero del Lavoro, che aveva convocato una riunione nel mese di dicembre scorso. Nel corso dell’incontro i rappresentanti del Ministero hanno condiviso la tesi dell’Inpgi sulla piena legittimità dell’erogazione del trattamento pensionistico da parte dell’Inpdap nei confronti dei giornalisti, anche se gli ultimi versamenti contributivi siano stati effettuati presso il nostro Istituto. A conferma di ciò, il Ministero -con nota del 19 gennaio 2007, indirizzata ad entrambi gli Enti -ha affermato che è “ammissibile l’erogazione della pensione a carico dell’Inpdap a favore dei giornalisti dipendenti da pubbliche amministrazioni che pur continuando a prestare servizio con iscrizione all’Inpgi, potevano far valere i requisiti contributivi per il diritto a pensione ed abbiano raggiunto i requisiti anagrafici successivamente, in costanza di iscrizione all’Inpgi, previa ovviamente cessazione dal servizio”. Il Ministero trae tale giudizio dal fatto che “il giornalista transitato ope legis all’Inpgi non muta alcuno degli elementi costitutivi e fondamentali del rapporto di lavoro che, pertanto, prosegue con il medesimo titolo senza soluzione di continuità”. E’ evidente l’importanza della tesi sostenuta dall’Inpgi e condivisa dal Ministero del Lavoro. Infatti, se fosse stata confermata l’impossibilità di ottenere una pensione diretta dall’Inpdap, l’iscrizione obbligatoria all’Inpgi per i giornalisti si sarebbe configurata come una disposizione in pejus, per il danno previdenziale che avrebbe loro comportato.
Mimma Iorio

martedì, febbraio 13, 2007

Precari negli Uffici Stampa

Il Segretario Generale Aggiunto e Coordinatore del Dipartimento Uffici Stampa della Fnsi, Giovanni Rossi, ha dichiarato: “Negli uffici stampa“ la Finanziaria 2007 ha stabilito un procedimento per la stabilizzazione dei precari nella Pubblica amministrazione. Si tratta di una scelta positiva che, ad opinione della Federazione nazionale della stampa italiana, deve riguardare anche i numerosi giornalisti addetti stampa pubblici il cui rapporto di lavoro è precario.
Negli Uffici Stampa pubblici c’e’ un problema di stabilizzazione. La questione è rilevante e non riguarda solo quei colleghi con contratti a tempo determinato. Nelle Amministrazioni pubbliche vi è un largo utilizzo anche di altre forme di rapporto precario attraverso le collaborazioni coordinate e continuative e gli incarichi professionali (con partita Iva o meno) . E ciò accade in special modo per la funzione giornalistica. Il governo deve valutare questa situazione nel momento in cui dovrà dare indicazioni più precise alle Pa circa le modalità di applicazione di quanto previsto in Finanziaria. La Fnsi, come sempre, è disponibile a dare il suo contributo e per questo chiede un incontro urgente al Ministro della Funzione Pubblica, Luigi Nicolais”.

venerdì, febbraio 09, 2007

Uffici Stampa - Appello della senatrice Burani Procaccini (Forza Italia) al ministro Nicolais

"Nella Pubblica Amministrazione occorre favorire le assunzioni dei giornalisti precari in base alla Finanziaria"

07/02/07
"Chiedo al ministro Nicolais di emanare una circolare in cui si favorisca la stabilizzazione dei giornalisti precari nella Pubblica Amministrazione e negli enti locali, in base alla legge finanziaria, chiarendo che tale beneficio va esteso anche ai giornalisti assunti come consulenti in questi anni". Lo afferma la sen Maria Burani Procaccini di Forza Italia "La legge finanziaria parla di "altri tipi di contratti" - sostiene Burani - e quindi non può che essere estesa ai consulenti, ai quali va offerta la possibilità della selezione concorsuale".
Burnai invita la " Fnsi, il Gus e l'Ordine dei Giornalisti ad esercitare la giusta pressione sul Govenro affinchè migliaia di giornalisti da anni sfruttati possano trovare stabilizzazione, attesa l'alta importanza sociale ed intellettuale del loro lavoro".

lunedì, febbraio 05, 2007

Presspubblica - Nuovo Giornalismo

Informazione a 'rischio' blog

lunedì 05 febbraio 2007 Polly Toynbee, ex-Bbc che qualcuno in Gran Bretagna definisce "the Guardian's Charlotte Corday", difende il giornalismo stampato e se la prende con la blogosfera che tenta di “farci urlare se si vuol essere ascoltati” e che propone una lettura più veloce e immediata rispetto all’ “investimento di tempo” che un articolo vero richiede.
"E' un rischio per i lettori lo stile dei blog". Ad affermarlo é stata Polly Toynbee, nota 'firma' del quotidiano britannico Guardian, nel corso dell’annuale 'Bagehot Lecture' organizzato dal Queen Mary College, tenendo un discorso intitolato “l’arte della cronaca”. La Toynbee, ex-Bbc che qualcuno in Gran Bretagna definisce "the Guardian's Charlotte Corday", é considerata un autentico guru della pubblicistica laburista ed i suoi recenti 'elzeviri' prendono di mira il giornalismo politico britannico che soffre di una febbre “antidemocratica”. La cura secondo Toynbee? Più rispetto verso i leader e meno ossessione per la cultura dei blog. Sull'informazione in rete, in particolare, ha detto che “Il mondo dei media sta diventando sempre più chiassoso, con una crescente difficoltà per chi vuole farsi ascoltare o per chi vuol essere realmente informato”. “La gente per fortuna si chiede quale sia la differenza tra un blog e un pezzo di cronaca - ha proseguito la Toynbee - o cosa distingua qualitativamente MySpace da una pagina del Guardian. Bisogna avere grandi doti e grande tecnica per scrivere un pezzo che sia coerente, che abbia un inizio, un centro e una conclusione, nonché almeno tre notizie che il lettore non conoscesse prima”. Non é dunque tanto preoccupata per la professione, ma ha sottolineato il “rischio” rappresentato dallo “stile della blogosfera”, che tenta di “farci urlare se si vuol essere ascoltati” e che propone una lettura più veloce e immediata rispetto all’ “investimento di tempo” che un articolo vero richiede. E i blogger ce l'hanno con lei: “Ho una cinquantina di acerrimi nemici, che sembrano alzarsi tutti alle cinque del mattino. Naturalmente non hanno mai comprato il Guardian, non si sporcherebbero le dita con il suo inchiostro. E purtroppo, senza le vecchie lettere, oggi si deve rispondere necessariamente in rete, quindi in pubblico, a persone che restano nell’anonimato”. Una prassi che, ha concluso la giornalista, incentiva la gente a non assumersi la responsabilità di quello che afferma.

sabato, febbraio 03, 2007

Non mi piacciono gli anonimi

Con mio grande dispiacere, da questo momento, è possibile inviare commenti solo se ci si registra. In questo modo spero di evitare il rischio di trasformare questo spazio in un strumento che serva solo per lanciare attacchi personali e offese "pensando" di essere nascosti dall'anonimato. Mi auguro di ripristinare presto la possibilità di usare l'anonimato, quando tutti avremo capito che il blog è nato per discutere liberamente, ma con serietà, delle problematiche legate alla nostra professione.
Intanto, per chi vuole continuare a discutere, anche vivacemente, il blog resta aperto, unica condizione è registrarsi e far sapere a tutti chi si è. Non credo che questo sia un problema vero? Ovviamente sono pronto ad autorizzare chiunque all'invio di post e non solo di commenti. Basta solo chiedere.

venerdì, febbraio 02, 2007

Iscrizioni 2007 GUS Campania


Si comunica che sono aperte le iscrizioni al GUS Campania. Il termine ultimo per la presentazione della richiesta d’iscrizione è il giorno 30 aprile 2007. Si precisa, altresì, che possono iscriversi coloro che svolgono Attività di Capo Ufficio Stampa e/o Addetto Stampa presso Pubbliche Amministrazioni o Aziende Private. Tali Attività devono essere comprovate dalla presentazione di Attestato dell’Ente o Azienda di provenienza. Inoltre, tra i termini indispensabili vi è quello del versamento delle quote associative FNSI. In allegato, scheda di iscrizione al GUS Campania. La scheda può essere richiesta anche presso la segreteria dell’Assostampa, Napoli.

giovedì, febbraio 01, 2007

Giornalisti Precari della PA dalla FNSI riceviamo e pubblichiamo

Federaz ione Nazionale del la Stampa Ital iana
CARE COLLEGHE E CARI COLLEGHI VI INVIAMO UNA PARTE
MOLTO IMPORTANTE DELLA FINANZIARIA 2007 (ARTICOLO 1
COMMA 519 E COMMA 558) RELATIVA ALLA STABILIZZAZIONE DEI
PRECARI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.
GIACCHE’ MOLTI COLLEGHI DEGLI UFFICI STAMPA PUBBLICI
VERSANO IN QUESTA SITUAZIONE VI INVITIAMO A LEGGERE
QUESTE NOTE E A SPEDIRE LA DOMANDA PER LA RICHIESTA DI
APPLICAZIONE DI QUESTE NORME SECONDO IL FAC-SIMILE
ALLEGATO.
CORDIALI SALUTI.
legge 27 dicembre 2006 n. 296 (finanziaria 2007)
Stabilizzazione del personale delle Pubbliche amministrazioni (articolo 1, legge
comma 519 –). Avvio della stabilizzazione del personale a tempo determinato della
Pubblica amministrazione in possesso di determinati requisiti: in servizio da 3 anni,
anche non continuativi; che consegua tale requisito sulla base di contratti stipulati
anteriormente alla data del 29 settembre 2006; sia stato in servizio per almeno 3 anni,
anche non continuativi, nel quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore della
Finanziaria. La procedura riguarda il personale in possesso dei requisiti che sia stato
assunto mediante procedure selettive di natura concorsuale o previste da norme di
legge. All’eventuale stabilizzazione di personale, dotato di requisiti, che sia stato
assunto a tempo determinato con procedure diverse, si provvede previo espletamento
di prove selettive.
Stabilizzazione del personale di regioni ed enti locali (articolo 1, comma 558). A
decorrere dall’entrata in vigore della Finanziaria regioni ed enti locali sottoposti al
patto di stabilità interno, possono procedere alla stabilizzazione nei limiti dei posti
vacanti in organico, del personale non dirigenziale a tempo determinato
alternativamente: che sia già in servizio da almeno 3 anni, anche se non continuativi;
che consegua tale diritto sulla base di contratti stipulati anteriormente alla data del 29
settembre 2006; che sia stato in servizio per almeno 3 anni, anche non continuativi,
nel quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore della Finanziaria. La norma
interessa in personale assunto mediante procedure selettive di natura concorsuale o
previste da norme di legge.
__________________________________________________________
00186 ROMA - CORSO VITTORIO EMANUELE II 349 - TEL. 06/6833879 FAX 06/6871444
sito: www.fnsi.it - e-mail: segrefnsi1@tin.it

A proposito di Frattamaggiore

Sto seguendo con interesse ed attenzione quanto si sta pubblicando su questo blog relativamente alla vicenda degli Addetti Stampa del Comune di Frattamaggiore. In soli pochi giorni ben 9 interventi e/o commenti sono un segnale perlomeno accattivante per un dibattito sicuramente istruttivo e costruttivo. Non a caso si è cominciato un discorso di carattere interpretativo rispetto a colleghi giornalisti, siano essi impiegati di banca, fotoreporter o redattori di varie testate. Sono queste ultime sfumature interessanti e quantomai propositive rispetto ad una normativa (L. 150/2000, D. lvo n. 422/2001) che a tratti, a tutt'oggi, lascia ampio spazio interpretativo sui vari ruoli, funzioni e titolarità per l'attività negli Uffici Stampa delle Pubbliche Amministrazioni. Resta in piedi, infatti, ancora un problema di carattere etico-deontologico del Portavoce, organo fiduciario dell'Amministratore di turno, iscritto all'Ordine Nazionale e pertanto soggetto ad un Codice deontologico della professione. L'unico rammarico, in questi utili contributi attraverso il nostro blog, è l'utilizzo ancora molto diffuso dell'anonimato. Chi è attrezzato, e non vi sono dubbi su questo, legislativamente e professionalmente, non ha bisogno di pseudonimi o dell'anonimato. Neanche la moglie di Berlusconi si è nascosta dietro un dito per denunciare pubblicamente delicate situazioni di carattere privato attinenti la propria sfera familiare...!! Inoltre, le Procure della Repubblica sono stracolme di esposti anonimi, segno inconfutabile di un bassissimo senso dello Stato e di scarse personalità individuali. Grato comunque di questa vostra appassionata partecipazione alla vicenda di che trattasi, auspico un contributo più formale, diretto e costruttivo. Ne va di mezzo l'intera Categoria già oltremodo bistrattata dagli Editori e dall'ARAN per quanto concerne il riconoscimento giuridico ed economico dei colleghi che da anni sono impegnati negli Uffici Stampa.
Il Presidente
Pasquale Di Benedetto

mercoledì, gennaio 31, 2007

Risposte dovute del Presidente

A invito scritto e formale, per etica e deontologia professionale, rispondo a quanti, compresi gli "anonimi", chiedono di conoscere alcune situazioni venutesi a creare all'interno del GUS Campania. Naturalmente, la stessa etica non mi permette di pubblicare ufficialmente alcune mie personali considerazioni su discutibili atteggiamenti e su tardive e quantomai sospette dimissioni. Ad ogni buon conto, già a partire dal mese di settembre 2006, si cominciò ad invitare, a mezzo missiva, tutti gli iscritti al GUS a regolarizzare la loro posizione rispetto alle quote associative (Assostampa). Per maggiore incisività ed "educazione" stessa cosa venne riproposta nel mese di novembre 2006, dando, questa volta, termine perentorio e definitivo il giorno 20 gennaio 2007. A quest'ultima data, ben 32 iscritti non avevano dato seguito agli inviti, pur formali, e né regolarizzato la propria posizione. Pertanto, come da verbale, redatto nella seduta stessa data, i 32 iscritti sono da ritenersi automaticamente decaduti dall'elenco GUS Campania. Bisogna inoltre evidenziare come il sottoscritto, già dal mese di maggio 2006, aveva provveduto a redigere bozza di statuto del GUS, il quale ne era da sempre sprovveduto. Tale bozza, consegnata in copia a tutti i componenti del Direttivo, per tergiversazioni varie e per le sospette tardive dimissioni di cui sopra, non è stata ancora sottoposta all'Assemblea degli Iscritti per la relativa ed eventuale approvazione. L'occasione sarà comunque utile in una imminente convocazione dell'Assemblea. Tra le tergiversazioni vi è quella relativa all'ambito di intervento del GUS rispetto alle problematiche degli Uffici Stampa, tant'è vero che qualche dimissionario, anche attraverso questo blog, sollecitò l'opinione di Giovanni Rossi, Vice Presidente Aggiunto della FNSI e Presidente Dipartimento Nazionale Uffici Stampa. Relazione puntualmente pubblicata anche su questo blog. Probabilmente così autorevole relazione non è stata gradita da qualcuno impegnato più ad inseguire personali aspettative professionali (Cicero pro domo sua) che non ad un concetto di appartenenza ad un Gruppo, inteso non come perseguimento di fini personali, bensì collettivi. Ci piace evidenziare gli interventi e le esposizioni del Presidente del GUS a favore della collega del Commissariato Speciale per i Rifiuti in Campania, del Comune di Benevento, dell'ASL Na3 e, da ultimo, dei colleghi di Frattamaggiore, per non parlare di quelli del Comune di Sant'Arpino, etc. etc. Questo per quanto richiesto e dovuto, scevro da ogni "disegno di opportunità personale e/o sovrastrutture mentali". Colgo l'occasione per ringraziare quanti, quotidianamente, con onestà intellettuale, si dedicano con estrema professionalità alla causa degli Uffici Stampa.
Il Presidente GUS Campania
Pasquale Di Benedetto

martedì, gennaio 30, 2007

Perchè mi sono dimesso

Io sono uno dei componenti del direttivo che ha dato le dimissioni. Le ragioni sono semplici e soprattutto chiare. Alla luce di una verifica sugli iscritti al gus-campania sono venute fuori alcune incongruenze. Queste incongruenze impongono un chiarimento tra chi si assume la responsabilità di portare avanti le iniziative e chi delega. La scelta di dimettermi va proprio nella direzione di ristabilire tale rapporto di fiducia. Questo può, a mio parere, avvenire in seguito ad un assemblea generale di tutti gli iscritti regolari e dalla relativa approvazione di uno nuovo statuto. In quella sede, in maniera civile, credo si dovranno prendere le dovute decisioni.
Questo blog è stato da me creato su invito dei colleghi del direttivo gus. Non è un sito ufficiale ne tantomeno un organo d'informazione. E' solo uno spazio pubblico in cui tutti i colleghi possono prendere la parola e dire come la pensano. Per questo spero che possa continuare ad esistere. Indipendentemente dalle decisioni che prenderemo sul futuro del GUS.

lunedì, gennaio 29, 2007

Mentre il medico studia, il paziente muore...

Riceviamo, da alcuni colleghi del Comune di Frattamaggiore, un altro esempio di “interpretazione” del tutto personale e sprezzante di ogni dettato normativo in materia di Informazione Istituzionale. I colleghi di Frattamaggiore, come tantissimi altri, lasciati a subire ogni malvessazione di quanti, in dispregio a una Legge dello Stato, gestiscono la res publica (Associazioni di ogni ordine e grado, Enti, Istituzioni o Aziende Private) unicamente allo scopo di soddisfare proprie lusinghiere aspettative, si rivolgono al GUS Campania quale riferimento per avere soddisfazione alle proprie sacrosante richieste di “normalizzazione” nell’ambito della Legge 150. Il GUS Campania non può che prendere atto ed affiancare i colleghi in ogni loro richiesta di chiarimento di ordine legislativo denunciando, eventualmente, qualsivoglia incongruenza e fornendo all’Assostampa Regione Campania ogni utile elemento per intervenire nelle sedi competenti.


C'è da premettere che tutti i Giornalisti frattesi hanno già "protestato", mediante il giornale locale, per la nomina dell'ennesimo Addetto Stampa estraneo alla città, ignorando ben 24 Giornalisti sul territorio. E questo in ossequio a logiche “incomprensibili” a cui la comunicazione non dovrebbe essere soggetta.
Detto questo, ci sono almeno 3 irregolarità di tipo normativo che, insieme con il Presidente Corsi, abbiamo riscontrato:
1) benché la legge 150/2000 stabilisca che le Pubbliche Amministrazioni debbano ricercare, all'interno delle proprie dotazioni organiche, risorse professionali idonee alla svolgimento delle funzioni inerenti l'Ufficio Stampa, è stato ignorato che alle dipendenze comunali vi è un addetto con i titoli professionali previsti dal D.lvo 422/01;
2) l'attuale Addetto Stampa del Comune, già responsabile di una Agenzia di Stampa, è anche Addetto Stampa di un esimio Onorevole, nonostante la succitata legge stabilisca che "i coordinatori e i componenti dell'ufficio stampa non possono esercitare attività professionali nei settori radiotelevisivo, giornalismo, stampa e relazioni pubbliche";
3) un componente dell'Ufficio Stampa, che si firma come tale e risulta essere Direttore Responsabile del giornale comunale (benché non sia fornito di alcun tipo di contratto), a sua volta svolge attività presso altro Quotidiano provinciale.
A questi problemi, poi, andrebbero aggiunte opportune discussioni sull'efficienza di tale servizio. Comunicati incomprensibili e pieni di errori, mancanza di tempismo nel dare le notizie, sono i tratti caratterizzanti di questo Ufficio Stampa, che non assicura "il massimo grado di trasparenza, chiarezza e tempestività delle comunicazioni da fornire nelle materie di interesse dell'amministrazione", così come la Legge dispone.
Infine, ma argomento non da trascurare, c'è la discutibile abitudine di procedere alla nomina dell'Addetto Stampa in base a logiche “familistiche”. Non un bando di selezione, non un concorso in base ai curricula, agli anni di esperienza, di iscrizione all'Ordine dei Giornalisti. Le valutazioni avvengono in maniera privata e all'insaputa di tutti, senza dare opportunità ai professionisti interessati di partecipare.
Confidiamo in un'azione efficace del GUS Campania che ci auguriamo possa servire ad evitare, per il futuro, tali “storture”.