lunedì, febbraio 26, 2007

Ancora su INPGI e INPDAP

Il Servizio Contributi e Vigilanza dell’Inpgi dà notizia del definitivo chiarimento intervenuto al Ministero del Lavoro in merito alla destinazione (e quindi alla redditività) dei contributi previdenziali maturati fino al 31 dicembre 2000 dai giornalisti che operano negli uffici stampa della pubblica amministrazione.
Si tratta di colleghi i quali - come è noto - dal 1° gennaio 2001 sono obbligatoriamente iscritti all'Inpgi. Le novità contenute nel testo che segue interessano moltissimi giornalisti, i quali temevano di poter subire un danno dal passaggio tra Inpdap e Inpgi.
I giornalisti che operano negli Uffici stampa degli Enti pubblici, e i cui contributi previdenziali dal 1° gennaio 2001 devono essere indirizzati all'Inpgi, non sono affatto obbligati a trasferire all'Inps il monte contributivo maturato fino al 31 dicembre 2000: quei contributi devono restare all'Inpdap, che in base a quei versamenti dovrà corrispondere all'interessato una pensione. L'Inpgi da parte sua dovrà provvedere al pagamento della quota derivante dai contributi maturati a partire dal 1° gennaio 2001.
E' questo il significato di una nota emanata dal Ministero del Lavoro lo scorso 19 gennaio, con la quale è stata fatta chiarezza in merito ad un indirizzo dell'Inpdap, il quale minacciava di arrecare un danno ai giornalisti i quali si fossero trovati nella condizione appena descritta.
Il problema, segnalato da alcuni giornalisti dipendenti di pubbliche amministrazioni, traeva origine da una errata interpretazione da parte dell'Inpdap di una norma dello stesso Ente, la quale prevede che qualora il dipendente pubblico interrompa il rapporto di servizio con la pubblica amministrazione, i contributi maturati, per dar luogo in futuro ad una "fetta" di pensione, debbano essere trasferiti all'Inps: il quale provvederà a corrispondere quella parte di trattamento, applicando però criteri di calcolo sicuramente meno convenienti.
Ma i giornalisti i quali avevano posto il problema non avevano affatto "interrotto il rapporto di servizio". Essi, infatti, avevano continuato a dare la medesima prestazione professionale allo stesso ente pubblico. L'unico cambiamento aveva riguardato (in base alla legge) il trasferimento all'Inpgi dei contributi previdenziali successivi al 1° gennaio 2001.
L’Inpgi, cui il problema era stato posto dai giornalisti interessati, aveva fatto rilevare che, nel caso dei giornalisti transitati nel regime previdenziale dell'Inpgi, il rapporto di lavoro era proseguito senza alcuna interruzione o novazione contrattuale, mantenendo pertanto il medesimo status giuridico e le medesime caratteristiche formali e sostanziali.
L'Istituto aveva inoltre aggiunto che per i giornalisti il rapporto assicurativo con l'Inpdap poteva considerarsi solo sospeso e non cessato; infatti, all'eventuale venir meno dell'incarico giornalistico, si riattiverebbe automaticamente - nell'ambito dello stesso rapporto di lavoro - il versamento contributivo alla competente gestione Inpdap.
A seguito della conferma da parte della Direzione generale dell'Inpdap in merito alla posizione assunta dalle varie sedi periferiche, l'Inpgi aveva allora interessato della questione il Ministero del Lavoro, che aveva convocato una riunione nel mese di dicembre scorso.
Nel corso dell'incontro i rappresentanti del Ministero hanno condiviso la tesi dell'Inpgi sulla piena legittimità dell'erogazione del trattamento pensionistico da parte dell'Inpdap nei confronti dei giornalisti, anche se gli ultimi versamenti contributivi siano stati effettuati presso l’Inpgi.
A conferma di ciò, il Ministero - con nota del 19 gennaio 2007, indirizzata ad entrambi gli Enti - ha affermato che è "ammissibile l'erogazione della pensione a carico dell'Inpdap a favore dei giornalisti dipendenti da pubbliche amministrazioni che pur continuando a prestare servizio con iscrizione all'Inpgi, potevano far valere i requisiti contributivi per il diritto a pensione ed abbiano raggiunto i requisiti anagrafici successivamente, in costanza di iscrizione all'Inpgi, previa ovviamente cessazione dal servizio".
Il Ministero trae tale giudizio dal fatto che "il giornalista transitato ope legis all'Inpgi non muta alcuno degli elementi costitutivi e fondamentali del rapporto di lavoro che, pertanto, prosegue con il medesimo titolo senza soluzione di continuità".
E' evidente l'importanza della tesi sostenuta dall'Inpgi e condivisa dal Ministero del Lavoro. Infatti, se fosse stata confermata l'impossibilità di ottenere una pensione diretta dall'Inpdap, l'iscrizione obbligatoria all'Inpgi per i giornalisti si sarebbe configurata come una disposizione in pejus, per il danno previdenziale che avrebbe loro comportato.

Il TAR delle Marche e la legge 150/2000

Il Tar delle Marche
dà ragione a Sigim e Fnsi: sospesa la selezione per l'assunzione di un giornalista all'ufficio stampa del Comune di Pesaro per violazione della legge 150
25/02/07

Il Tar delle Marche ha accolto il ricorso presentato dal Sigim (Sindacato giornalisti marchigiani) e dalla Fnsi (Federazione nazionale della stampa) contro il Comune di Pesaro ordinando la sospensione cautelare della selezione pubblica per l’assunzione a tempo indeterminato di un giornalista all’ufficio stampa dell’ente secondo modalità e criteri non rispondenti a una corretta applicazione della legge 150/2000 e tendenti - secondo il Sigim - a pregiudicare l'accesso a una larga fascia di colleghi. Nell’udienza di martedì 20 febbraio, il Tar (presidente Sammarco, consigliere Danieli, estensore Manzi) ha accolto in pieno le argomentazioni dell’avvocato Maurizio Miranda (per conto del Sigim) e dall’avvocato Bruno Del Vecchio (per conto della Fnsi) riconoscendo con ordinanza del 22 febbraio la sussistenza di “presupposti e pregiudizi di danni gravi e irreparabili” in caso di svolgimento della prova secondo le modalità disposte dal Comune e fissando l’udienza di merito al 3 ottobre 2007.
Soddisfatto di questo primo esito amministrativo, ma al tempo stesso dispiaciuto di aver dovuto adire le vie legali a causa della totale indisponibilità del Comune di Pesaro a discutere il bando nelle sedi preposte, il Sigim riafferma con determinazione la propria linea sindacale a garanzia di un libero mercato del lavoro e delle legittime aspirazioni dei colleghi che solo dall’iscrizione all’albo dei giornalisti devono trarre il diritto a partecipare alle selezioni pubbliche per i ruoli giornalistici di addetto stampa, secondo quanto previsto dalla legge 150/2000 sulle attività di informazione e comunicazione nella pubblica amministrazione.
I requisiti imposti dal Comune di Pesaro per partecipare alla selezione (laurea vecchio ordinamento o quinquennale, iscrizione quinquennale all’albo dei giornalisti ed esperienza triennale in un ufficio stampa pubblico) rappresentano secondo il Sigim potenziali elementi di valutazione curricolare dei candidati ma non possono in alcun modo trasformarsi in ostacoli alla libera partecipazione dei colleghi, secondo l’assunto – del tutto illogico e opinabile anche dal punto di vista strettamente professionale – che solo chi abbia già un’esperienza di lavoro in un ufficio stampa pubblico possa avere le qualità e la competenza per lavorare al servizio di un ente locale. Nella piena coscienza che una materia così delicata come l’informazione pubblica necessiti di approfonditi confronti, per ben due volte nel corso del 2006 il Sigim ha incontrato il sindaco di Pesaro, Luca Ceriscioli, e il direttore generale del Comune, Mario Maoloni, illustrando le opzioni legislative e sindacali attualmente garantite, suggerendo possibili soluzioni e offrendo la propria disponibilità ad affiancare l’ufficio personale dell’ente nella preparazione di eventuali procedure selettive. Il Comune ha ritenuto di muoversi diversamente senza neppure informare il sindacato giornalisti. Una volta venuto a conoscenza della pubblicazione del bando, il Sigim ha immediatamente scritto al sindaco Luca Ceriscioli, manifestando le proprie perplessità tecnico-giuridiche e richiedendo un immediato colloquio (ai fini di un correzione dell’avviso selettivo e o di un suo annullamento in autotutela) al quale sindaco e assessore al personale si sono sottratti inviando una delegazione di soli dirigenti. La risposta del direttore generale Maoloni è stata negativa. L’annullamento cautelare della selezione ordinato dalla Prima sezione del tribunale amministrativo regionale conferma le buone ragioni del Sigim e deve suonare da monito per tutte le amministrazioni pubbliche marchigiane chiamate a riorganizzare le proprie attività di informazione ai media e ai cittadini.
Nel riaffermare la propria centralità nel sistema regionale dell’informazione e la massima vigilanza sulle dinamiche del mercato del lavoro giornalistico, il Sigim rinnova al Comune di Pesaro la propria disponibilità a riavviare un percorso condiviso per la copertura e la riorganizzazione dell’ufficio stampa dell’ente, attualmente esternalizzato, così da non perdere altri preziosi mesi, considerati i tempi della pur rapida udienza di merito concessa dal Tar e della successiva pubblicazione della sentenza.

giovedì, febbraio 15, 2007

INPGI - UFFICI STAMPA

I giornalisti che operano negli Uffici stampa degli Enti pubblici, e i cui contributi previdenziali dal 1° gennaio 2001 devono essere indirizzati all’Inpgi, non sono affatto obbligati a trasferire all’Inps il monte contributivo maturato fino al 31 dicembre 2000: quei contributi devono restare all’Inpdap, che in base a quei versamenti dovrà corrispondere all’interessato una pensione. L’Inpgi da parte sua dovrà provvedere al pagamento della quota derivante dai contributi maturati a partire dal 1° gennaio 2001. E’ questo il significato di una nota emanata dal Ministero del Lavoro lo scorso 19 gennaio, con la quale è stata fatta chiarezza in merito ad un indirizzo dell’Inpdap, il quale minacciava di arrecare un danno ai giornalisti i quali si fossero trovati nella condizione appena descritta. Il problema, segnalato da alcuni giornalisti dipendenti di pubbliche amministrazioni, traeva origine da una errata interpretazione da parte dell’Inpdap di una norma dello stesso Ente, la quale prevede che qualora il dipendente pubblico interrompa il rapporto di servizio con la pubblica amministrazione, i contributi maturati, per dar luogo in futuro ad una “fetta” di pensione, devano essere trasferiti all’Inps: il quale provvederà a corrispondere quella parte di trattamento, applicando però criteri di calcolo sicuramente meno convenienti. Ma i giornalisti i quali avevano posto il problema non avevano affatto “interrotto il rapporto di servizio”. Essi, infatti, avevano continuato a dare la medesima prestazione professionale allo stesso ente pubblico. L’unico cambiamento aveva riguardato (in base alla legge) il trasferimento all’Inpgi dei contributi previdenziali successivi al 1° gennaio 2001. Il nostro Istituto, cui il problema era stato posto dai giornalisti interessati, aveva fatto rilevare che, nel caso dei giornalisti transitati nel regime previdenziale dell’Inpgi, il rapporto di lavoro era proseguito senza alcuna interruzione o novazione contrattuale, mantenendo pertanto il medesimo status giuridico e le medesime caratteristiche formali e sostanziali. L’Istituto aveva inoltre aggiunto che per i giornalisti il rapporto assicurativo con l’Inpdap poteva considerarsi solo sospeso e non cessato; infatti, all’eventuale venir meno dell’incarico giornalistico, si riattiverebbe automaticamente -nell’ambito dello stesso rapporto di lavoro -il versamento contributivo alla competente gestione Inpdap. A seguito della conferma da parte della Direzione generale dell’Inpdap in merito alla posizione assunta dalle varie sedi periferiche, l’Inpgi aveva allora interessato della questione il Ministero del Lavoro, che aveva convocato una riunione nel mese di dicembre scorso. Nel corso dell’incontro i rappresentanti del Ministero hanno condiviso la tesi dell’Inpgi sulla piena legittimità dell’erogazione del trattamento pensionistico da parte dell’Inpdap nei confronti dei giornalisti, anche se gli ultimi versamenti contributivi siano stati effettuati presso il nostro Istituto. A conferma di ciò, il Ministero -con nota del 19 gennaio 2007, indirizzata ad entrambi gli Enti -ha affermato che è “ammissibile l’erogazione della pensione a carico dell’Inpdap a favore dei giornalisti dipendenti da pubbliche amministrazioni che pur continuando a prestare servizio con iscrizione all’Inpgi, potevano far valere i requisiti contributivi per il diritto a pensione ed abbiano raggiunto i requisiti anagrafici successivamente, in costanza di iscrizione all’Inpgi, previa ovviamente cessazione dal servizio”. Il Ministero trae tale giudizio dal fatto che “il giornalista transitato ope legis all’Inpgi non muta alcuno degli elementi costitutivi e fondamentali del rapporto di lavoro che, pertanto, prosegue con il medesimo titolo senza soluzione di continuità”. E’ evidente l’importanza della tesi sostenuta dall’Inpgi e condivisa dal Ministero del Lavoro. Infatti, se fosse stata confermata l’impossibilità di ottenere una pensione diretta dall’Inpdap, l’iscrizione obbligatoria all’Inpgi per i giornalisti si sarebbe configurata come una disposizione in pejus, per il danno previdenziale che avrebbe loro comportato.
Mimma Iorio

martedì, febbraio 13, 2007

Precari negli Uffici Stampa

Il Segretario Generale Aggiunto e Coordinatore del Dipartimento Uffici Stampa della Fnsi, Giovanni Rossi, ha dichiarato: “Negli uffici stampa“ la Finanziaria 2007 ha stabilito un procedimento per la stabilizzazione dei precari nella Pubblica amministrazione. Si tratta di una scelta positiva che, ad opinione della Federazione nazionale della stampa italiana, deve riguardare anche i numerosi giornalisti addetti stampa pubblici il cui rapporto di lavoro è precario.
Negli Uffici Stampa pubblici c’e’ un problema di stabilizzazione. La questione è rilevante e non riguarda solo quei colleghi con contratti a tempo determinato. Nelle Amministrazioni pubbliche vi è un largo utilizzo anche di altre forme di rapporto precario attraverso le collaborazioni coordinate e continuative e gli incarichi professionali (con partita Iva o meno) . E ciò accade in special modo per la funzione giornalistica. Il governo deve valutare questa situazione nel momento in cui dovrà dare indicazioni più precise alle Pa circa le modalità di applicazione di quanto previsto in Finanziaria. La Fnsi, come sempre, è disponibile a dare il suo contributo e per questo chiede un incontro urgente al Ministro della Funzione Pubblica, Luigi Nicolais”.

venerdì, febbraio 09, 2007

Uffici Stampa - Appello della senatrice Burani Procaccini (Forza Italia) al ministro Nicolais

"Nella Pubblica Amministrazione occorre favorire le assunzioni dei giornalisti precari in base alla Finanziaria"

07/02/07
"Chiedo al ministro Nicolais di emanare una circolare in cui si favorisca la stabilizzazione dei giornalisti precari nella Pubblica Amministrazione e negli enti locali, in base alla legge finanziaria, chiarendo che tale beneficio va esteso anche ai giornalisti assunti come consulenti in questi anni". Lo afferma la sen Maria Burani Procaccini di Forza Italia "La legge finanziaria parla di "altri tipi di contratti" - sostiene Burani - e quindi non può che essere estesa ai consulenti, ai quali va offerta la possibilità della selezione concorsuale".
Burnai invita la " Fnsi, il Gus e l'Ordine dei Giornalisti ad esercitare la giusta pressione sul Govenro affinchè migliaia di giornalisti da anni sfruttati possano trovare stabilizzazione, attesa l'alta importanza sociale ed intellettuale del loro lavoro".

lunedì, febbraio 05, 2007

Presspubblica - Nuovo Giornalismo

Informazione a 'rischio' blog

lunedì 05 febbraio 2007 Polly Toynbee, ex-Bbc che qualcuno in Gran Bretagna definisce "the Guardian's Charlotte Corday", difende il giornalismo stampato e se la prende con la blogosfera che tenta di “farci urlare se si vuol essere ascoltati” e che propone una lettura più veloce e immediata rispetto all’ “investimento di tempo” che un articolo vero richiede.
"E' un rischio per i lettori lo stile dei blog". Ad affermarlo é stata Polly Toynbee, nota 'firma' del quotidiano britannico Guardian, nel corso dell’annuale 'Bagehot Lecture' organizzato dal Queen Mary College, tenendo un discorso intitolato “l’arte della cronaca”. La Toynbee, ex-Bbc che qualcuno in Gran Bretagna definisce "the Guardian's Charlotte Corday", é considerata un autentico guru della pubblicistica laburista ed i suoi recenti 'elzeviri' prendono di mira il giornalismo politico britannico che soffre di una febbre “antidemocratica”. La cura secondo Toynbee? Più rispetto verso i leader e meno ossessione per la cultura dei blog. Sull'informazione in rete, in particolare, ha detto che “Il mondo dei media sta diventando sempre più chiassoso, con una crescente difficoltà per chi vuole farsi ascoltare o per chi vuol essere realmente informato”. “La gente per fortuna si chiede quale sia la differenza tra un blog e un pezzo di cronaca - ha proseguito la Toynbee - o cosa distingua qualitativamente MySpace da una pagina del Guardian. Bisogna avere grandi doti e grande tecnica per scrivere un pezzo che sia coerente, che abbia un inizio, un centro e una conclusione, nonché almeno tre notizie che il lettore non conoscesse prima”. Non é dunque tanto preoccupata per la professione, ma ha sottolineato il “rischio” rappresentato dallo “stile della blogosfera”, che tenta di “farci urlare se si vuol essere ascoltati” e che propone una lettura più veloce e immediata rispetto all’ “investimento di tempo” che un articolo vero richiede. E i blogger ce l'hanno con lei: “Ho una cinquantina di acerrimi nemici, che sembrano alzarsi tutti alle cinque del mattino. Naturalmente non hanno mai comprato il Guardian, non si sporcherebbero le dita con il suo inchiostro. E purtroppo, senza le vecchie lettere, oggi si deve rispondere necessariamente in rete, quindi in pubblico, a persone che restano nell’anonimato”. Una prassi che, ha concluso la giornalista, incentiva la gente a non assumersi la responsabilità di quello che afferma.

sabato, febbraio 03, 2007

Non mi piacciono gli anonimi

Con mio grande dispiacere, da questo momento, è possibile inviare commenti solo se ci si registra. In questo modo spero di evitare il rischio di trasformare questo spazio in un strumento che serva solo per lanciare attacchi personali e offese "pensando" di essere nascosti dall'anonimato. Mi auguro di ripristinare presto la possibilità di usare l'anonimato, quando tutti avremo capito che il blog è nato per discutere liberamente, ma con serietà, delle problematiche legate alla nostra professione.
Intanto, per chi vuole continuare a discutere, anche vivacemente, il blog resta aperto, unica condizione è registrarsi e far sapere a tutti chi si è. Non credo che questo sia un problema vero? Ovviamente sono pronto ad autorizzare chiunque all'invio di post e non solo di commenti. Basta solo chiedere.

venerdì, febbraio 02, 2007

Iscrizioni 2007 GUS Campania


Si comunica che sono aperte le iscrizioni al GUS Campania. Il termine ultimo per la presentazione della richiesta d’iscrizione è il giorno 30 aprile 2007. Si precisa, altresì, che possono iscriversi coloro che svolgono Attività di Capo Ufficio Stampa e/o Addetto Stampa presso Pubbliche Amministrazioni o Aziende Private. Tali Attività devono essere comprovate dalla presentazione di Attestato dell’Ente o Azienda di provenienza. Inoltre, tra i termini indispensabili vi è quello del versamento delle quote associative FNSI. In allegato, scheda di iscrizione al GUS Campania. La scheda può essere richiesta anche presso la segreteria dell’Assostampa, Napoli.

giovedì, febbraio 01, 2007

Giornalisti Precari della PA dalla FNSI riceviamo e pubblichiamo

Federaz ione Nazionale del la Stampa Ital iana
CARE COLLEGHE E CARI COLLEGHI VI INVIAMO UNA PARTE
MOLTO IMPORTANTE DELLA FINANZIARIA 2007 (ARTICOLO 1
COMMA 519 E COMMA 558) RELATIVA ALLA STABILIZZAZIONE DEI
PRECARI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.
GIACCHE’ MOLTI COLLEGHI DEGLI UFFICI STAMPA PUBBLICI
VERSANO IN QUESTA SITUAZIONE VI INVITIAMO A LEGGERE
QUESTE NOTE E A SPEDIRE LA DOMANDA PER LA RICHIESTA DI
APPLICAZIONE DI QUESTE NORME SECONDO IL FAC-SIMILE
ALLEGATO.
CORDIALI SALUTI.
legge 27 dicembre 2006 n. 296 (finanziaria 2007)
Stabilizzazione del personale delle Pubbliche amministrazioni (articolo 1, legge
comma 519 –). Avvio della stabilizzazione del personale a tempo determinato della
Pubblica amministrazione in possesso di determinati requisiti: in servizio da 3 anni,
anche non continuativi; che consegua tale requisito sulla base di contratti stipulati
anteriormente alla data del 29 settembre 2006; sia stato in servizio per almeno 3 anni,
anche non continuativi, nel quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore della
Finanziaria. La procedura riguarda il personale in possesso dei requisiti che sia stato
assunto mediante procedure selettive di natura concorsuale o previste da norme di
legge. All’eventuale stabilizzazione di personale, dotato di requisiti, che sia stato
assunto a tempo determinato con procedure diverse, si provvede previo espletamento
di prove selettive.
Stabilizzazione del personale di regioni ed enti locali (articolo 1, comma 558). A
decorrere dall’entrata in vigore della Finanziaria regioni ed enti locali sottoposti al
patto di stabilità interno, possono procedere alla stabilizzazione nei limiti dei posti
vacanti in organico, del personale non dirigenziale a tempo determinato
alternativamente: che sia già in servizio da almeno 3 anni, anche se non continuativi;
che consegua tale diritto sulla base di contratti stipulati anteriormente alla data del 29
settembre 2006; che sia stato in servizio per almeno 3 anni, anche non continuativi,
nel quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore della Finanziaria. La norma
interessa in personale assunto mediante procedure selettive di natura concorsuale o
previste da norme di legge.
__________________________________________________________
00186 ROMA - CORSO VITTORIO EMANUELE II 349 - TEL. 06/6833879 FAX 06/6871444
sito: www.fnsi.it - e-mail: segrefnsi1@tin.it

A proposito di Frattamaggiore

Sto seguendo con interesse ed attenzione quanto si sta pubblicando su questo blog relativamente alla vicenda degli Addetti Stampa del Comune di Frattamaggiore. In soli pochi giorni ben 9 interventi e/o commenti sono un segnale perlomeno accattivante per un dibattito sicuramente istruttivo e costruttivo. Non a caso si è cominciato un discorso di carattere interpretativo rispetto a colleghi giornalisti, siano essi impiegati di banca, fotoreporter o redattori di varie testate. Sono queste ultime sfumature interessanti e quantomai propositive rispetto ad una normativa (L. 150/2000, D. lvo n. 422/2001) che a tratti, a tutt'oggi, lascia ampio spazio interpretativo sui vari ruoli, funzioni e titolarità per l'attività negli Uffici Stampa delle Pubbliche Amministrazioni. Resta in piedi, infatti, ancora un problema di carattere etico-deontologico del Portavoce, organo fiduciario dell'Amministratore di turno, iscritto all'Ordine Nazionale e pertanto soggetto ad un Codice deontologico della professione. L'unico rammarico, in questi utili contributi attraverso il nostro blog, è l'utilizzo ancora molto diffuso dell'anonimato. Chi è attrezzato, e non vi sono dubbi su questo, legislativamente e professionalmente, non ha bisogno di pseudonimi o dell'anonimato. Neanche la moglie di Berlusconi si è nascosta dietro un dito per denunciare pubblicamente delicate situazioni di carattere privato attinenti la propria sfera familiare...!! Inoltre, le Procure della Repubblica sono stracolme di esposti anonimi, segno inconfutabile di un bassissimo senso dello Stato e di scarse personalità individuali. Grato comunque di questa vostra appassionata partecipazione alla vicenda di che trattasi, auspico un contributo più formale, diretto e costruttivo. Ne va di mezzo l'intera Categoria già oltremodo bistrattata dagli Editori e dall'ARAN per quanto concerne il riconoscimento giuridico ed economico dei colleghi che da anni sono impegnati negli Uffici Stampa.
Il Presidente
Pasquale Di Benedetto