Vertenza complessa e difficile quella degli Uffici stampa pubblici.La Fnsi è impegnata su tre fronti.
IL PRIMO. Quello che ci vede cercare il dialogo con i sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil) della Funzione pubblica. Dopo aver loro consegnato l’ipotesi di profilo professionale dell’addetto stampa pubblico (peraltro già sottoscritta con la quasi totalità dei sindacati “autonomi”) la Fnsi sta cercando di riallacciare il confronto. L’intesa con i sindacati di categoria delle grandi confederazioni aiuterebbe, e non dipoco, a sbloccare la situazione di stallo nella quale siamo.
IL SECONDO. Avviare comunque un confronto con l’Agenzia per la negoziazionecontrattuale nel Pubblico impiego (Aran). L’Agenzia, almeno per quanto ci riguarda,è immobile da mesi. Dopo averci chiesto – quando ancora c’era il precedente governo – un testo di ipotesi di profilo professionale su cui ragionare e averlo ricevuto con la firma della Fnsi e di un gruppo consistente di sindacati “autonomi” presenti al tavolo delle trattative per i contratti riguardanti il pubblico impiego, è cambiato il Presidente, poi è cambiato il governo il quale ultimo, dopo averci pensato a lungo, lo ha revocato senza, però, nominarne contestualmente unonuovo. Inoltre, né Anci (Comuni) né Upi (Province) e neppure le Regioni hannoproceduto alla nomina dei loro rappresentanti nel Direttivo dell’Aran. Unasituazione che, come è facilmente comprensibile, non aiuta l’Aran stessa asvolgere un’azione attiva nella complessa vicenda che ci riguarda.
IL TERZO. Ottenere dal ministero della Funzione pubblica un ruolo dinamico, sollecito, d’indirizzo e allo stesso tempo di mediazione per portare a buon fine l’applicazione integrale della legge 150. Per integrale s’intende anche la definizione di quella parte demandata dalla legge alla contrattazione.Qui occorre dire che di dinamismo ce n’è stato poco, pochissimo. Anzi, c’è stata una certa lentezza anche rispetto agli impegni assunti. La funzione d’indirizzo andrebbe esercitata nei confronti dell’Aran, ma l’Agenzia è, oggi, monca dei suoi vertici per scelta del Ministero e sono quei vertici che dovrebbero attuarne gli indirizzi.
La mediazione il Ministero, attraverso l’iniziativa del sottosegretario Giampiero Scanu (Margherita), l’ha, almeno in parte, svolta verso i sindacati confederali, ma ora dovrebbe raggiungere le Federazioni di settore e di questo non si ha ancora notizia. Per la verità, ci sarebbe un quarto “fronte”, ma per le sue caratteristiche esitiamo a definirlo tale. Ci riferiamo al lavoro di contatto e di confronto che la Fnsi sta cercando di svolgere nei confronti delle rappresentanze associative dei soggetti più rappresentativi dell’amministrazione pubblica e cioè Comuni, Province e Regioni.Soprattutto, con l’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) e con l’Unione delle Province d’Italia (Upi) si è tentato un approccio con l’obiettivo di sottoscrivere protocolli d’intesa che, analogamente a quanto è già avvenuto in alcune regioni e, a suo tempo, con la conferenza dei presidenti dei Consigli regionali, siano propedeutici a una corretta applicazione della legge e aiutino a sviluppare il dialogo più generale relativo all’inquadramento professionale e contrattuale dei colleghi. Testi proposti dalla Fnsi sono all’attenzione di Anci ed Upi. Se ne attende la risposta.Insomma, ci si muove, ma con esasperante lentezza. Anche per questa ragione i colleghi degli Uffici stampa pubblici continuano a essere direttamente interessati a partecipare alle azioni di lotta indette dal sindacato.
(GIO.ROS.)
fonte:
http://www.odg.it/download/GIORNALISTI_1_2007.pdf
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento