Le trattative per il primo contratto dei giornalisti degli Uffici Stampa pubblici potrebbero subire la sperata svolta non prima dell’autunno prossimo.
È quanto affermato dal presidente nazionale del G.U.S. (Gruppo Uffici Stampa), Gino Falleri, nel corso dell’assemblea degli iscritti al Gus romano svolta lo scorso 6 aprile.
La legge 150, dunque, è destinata il prossimo 7 giugno a spegnere la sua settima candelina senza novità sul fronte del contratto.
Falleri vede nel mese di ottobre un concreto termine per una ripresa seria e costruttiva delle trattative con i sindacati confederali. In particolar modo con la CISL, che allo stato attuale sembra aver assunto toni più concilianti con la rappresentanza dei giornalisti.
Un contratto, in ogni caso, che vedrà definitivamente naufragare l’ipotesi dell’applicazione del contratto Fnsi-Fieg all’interno della Pubblica Amministrazione. Unica possibilità, invece, sarà il riconoscimento della professione giornalistica all’interno del comparto professionale della Pubblica Amministrazione.
Altra questione sollevata circa gli Uffici Stampa è sul chi deve tutelare coloro che vi operano all’interno. Certamente la Federazione Nazionale della Stampa Italiana ed il Gruppo di Specializzazione Uffici Stampa che, tuttavia, ad oggi non trova “piena cittadinanza” all’interno della Federazione.Infine la formazione. La gestione di un ufficio stampa, infatti, è talmente un’attività specialistica che richiede una adeguata conoscenza e formazione. E chi meglio di chi vi opera all’interno può darla? Per questo, piuttosto che delegare ad altri, il G.U.S. potrebbe assolvere al compito di stabilire, attraverso una commissione operativa, quali materie insegnare e, attingendo alle professionalità dei propri iscritti, svolgere dei corsi di formazione con indirizzi specifici.
È quanto affermato dal presidente nazionale del G.U.S. (Gruppo Uffici Stampa), Gino Falleri, nel corso dell’assemblea degli iscritti al Gus romano svolta lo scorso 6 aprile.
La legge 150, dunque, è destinata il prossimo 7 giugno a spegnere la sua settima candelina senza novità sul fronte del contratto.
Falleri vede nel mese di ottobre un concreto termine per una ripresa seria e costruttiva delle trattative con i sindacati confederali. In particolar modo con la CISL, che allo stato attuale sembra aver assunto toni più concilianti con la rappresentanza dei giornalisti.
Un contratto, in ogni caso, che vedrà definitivamente naufragare l’ipotesi dell’applicazione del contratto Fnsi-Fieg all’interno della Pubblica Amministrazione. Unica possibilità, invece, sarà il riconoscimento della professione giornalistica all’interno del comparto professionale della Pubblica Amministrazione.
Altra questione sollevata circa gli Uffici Stampa è sul chi deve tutelare coloro che vi operano all’interno. Certamente la Federazione Nazionale della Stampa Italiana ed il Gruppo di Specializzazione Uffici Stampa che, tuttavia, ad oggi non trova “piena cittadinanza” all’interno della Federazione.Infine la formazione. La gestione di un ufficio stampa, infatti, è talmente un’attività specialistica che richiede una adeguata conoscenza e formazione. E chi meglio di chi vi opera all’interno può darla? Per questo, piuttosto che delegare ad altri, il G.U.S. potrebbe assolvere al compito di stabilire, attraverso una commissione operativa, quali materie insegnare e, attingendo alle professionalità dei propri iscritti, svolgere dei corsi di formazione con indirizzi specifici.
L’ennesimo oculato intervento del Presidente Falleri ci dà l’opportunità, in perfetta sintonia, di rimarcare alcuni punti essenziali sulla trattativa “in atto” rispetto al riconoscimento giuridico-professionale dei Giornalisti degli Uffici Stampa della Pubblica Amministrazione.
1 – L’ipotesi di vedere materializzato (in autunno?) quel riconoscimento, ma solo per il ruolo specifico di Professionista dell’Informazione e non per l’applicazione del contratto FNSI-FIEG, ci induce ad alcune inevitabili riflessioni:
- trattandosi, evidentemente, di Pubblica Amministrazione, si dovrà necessariamente fare riferimento alla Legge 150/2000, al DPR 422/2001 e, naturalmente alla Direttiva Ministero Funzione Pubblica del 2002, nonché al D.Lvo n. 177/2005. Queste ultime due in particolare, prevedono l’una il Piano di Comunicazione Az.le annuale (budgetizzato e calendarizzato) e l’altra, l’obbligatorietà (sic!) dell’utilizzo delle Emittenti Televisive per l’Informazione Istituzionale.
- Giornali Aziendali, Siti-giornali web aziendali, Rubriche Televisive, prevedono, tra le altre, l’obbligatorietà di iscrizione ai relativi Tribunali con relative obbligatorie Gerenze.
Tutte queste “titolarità” non potranno essere certamente retribuite in un calderone remunerativo di una semplice Dirigenza (peraltro livello D) alla stessa stregua di un Dirigente (D) Amministrativo.
Occorrerebbe prevedere, evidentemente, specifiche indennità di Gerenza alla stessa stregua di tante altre indennità (incentivanti) di analoghe figure professionali inquadrate ai livelli funzionali D. Senza tenere in debito conto che l’attività di Capo Ufficio Stampa e/o Addetto Stampa viene effettuata “…senza vincoli di orario e secondo la tempistica delle redazioni giornalistiche…”, ovvero anche nei giorni festivi, feriali e quant’altro.
2 – Per quanto concerne la formazione, poi, non possiamo che concordare perfettamente con quanto evidenziato dal presidente Falleri. Non a caso, infatti, visto che a noi piace partecipare a tanti corsi “specifici”, pur non avendone probabilmente la necessità, ma solo per avere contezza di ciò che si va ad insegnare ed eventualmente per apprendere possibili “novità”, abbiamo modo di constatare, spesso, l’assoluta inadeguatezza di tanti corsi tenuti da docenti che mai, ma proprio mai, hanno sentito l’odore di un Ufficio Stampa e, interrogati furbescamente su specifiche argomentazioni, sono risultati alquanto imbarazzati di fronte alla loro personale “ignoranza” in materia…
Senza tenere, ancora, in debito conto del proliferare di corsi di formazione patrocinati da qualche Assostampa locale ed organizzati dalle Curie Vescovili e/o patrocinati dalle Amministrazioni Provinciali senza detenere alcuna referenzialità in barba ad ogni codice deontologico o pedagogico.Il G.U.S., quindi, ed i Giornalisti degli Uffici Stampa dovrebbero essere legittimati ad un’opera di formazione così specifica e tecnicamente incontrovertibile se non si vuole continuare a sfornare dei “tuttologi” privi di ogni bagaglio professionale, privati, però, di qualche migliaio di Euro.
1 – L’ipotesi di vedere materializzato (in autunno?) quel riconoscimento, ma solo per il ruolo specifico di Professionista dell’Informazione e non per l’applicazione del contratto FNSI-FIEG, ci induce ad alcune inevitabili riflessioni:
- trattandosi, evidentemente, di Pubblica Amministrazione, si dovrà necessariamente fare riferimento alla Legge 150/2000, al DPR 422/2001 e, naturalmente alla Direttiva Ministero Funzione Pubblica del 2002, nonché al D.Lvo n. 177/2005. Queste ultime due in particolare, prevedono l’una il Piano di Comunicazione Az.le annuale (budgetizzato e calendarizzato) e l’altra, l’obbligatorietà (sic!) dell’utilizzo delle Emittenti Televisive per l’Informazione Istituzionale.
- Giornali Aziendali, Siti-giornali web aziendali, Rubriche Televisive, prevedono, tra le altre, l’obbligatorietà di iscrizione ai relativi Tribunali con relative obbligatorie Gerenze.
Tutte queste “titolarità” non potranno essere certamente retribuite in un calderone remunerativo di una semplice Dirigenza (peraltro livello D) alla stessa stregua di un Dirigente (D) Amministrativo.
Occorrerebbe prevedere, evidentemente, specifiche indennità di Gerenza alla stessa stregua di tante altre indennità (incentivanti) di analoghe figure professionali inquadrate ai livelli funzionali D. Senza tenere in debito conto che l’attività di Capo Ufficio Stampa e/o Addetto Stampa viene effettuata “…senza vincoli di orario e secondo la tempistica delle redazioni giornalistiche…”, ovvero anche nei giorni festivi, feriali e quant’altro.
2 – Per quanto concerne la formazione, poi, non possiamo che concordare perfettamente con quanto evidenziato dal presidente Falleri. Non a caso, infatti, visto che a noi piace partecipare a tanti corsi “specifici”, pur non avendone probabilmente la necessità, ma solo per avere contezza di ciò che si va ad insegnare ed eventualmente per apprendere possibili “novità”, abbiamo modo di constatare, spesso, l’assoluta inadeguatezza di tanti corsi tenuti da docenti che mai, ma proprio mai, hanno sentito l’odore di un Ufficio Stampa e, interrogati furbescamente su specifiche argomentazioni, sono risultati alquanto imbarazzati di fronte alla loro personale “ignoranza” in materia…
Senza tenere, ancora, in debito conto del proliferare di corsi di formazione patrocinati da qualche Assostampa locale ed organizzati dalle Curie Vescovili e/o patrocinati dalle Amministrazioni Provinciali senza detenere alcuna referenzialità in barba ad ogni codice deontologico o pedagogico.Il G.U.S., quindi, ed i Giornalisti degli Uffici Stampa dovrebbero essere legittimati ad un’opera di formazione così specifica e tecnicamente incontrovertibile se non si vuole continuare a sfornare dei “tuttologi” privi di ogni bagaglio professionale, privati, però, di qualche migliaio di Euro.
Il Presidente GUS Campania
Pasquale Di Benedetto
1 commento:
Caro Presidente,
credo che il riconoscimento giuridico-professionale dei Giornalisti degli Uffici Stampa della Pubblica Amministrazione sia ormai DOVEROSO. Ma vorrei sottolineare che bisogna porre la giusta attenzione anche per tutti coloro che, come me, lavorano negli Uffici Stampa di aziende private. La Legge 150/2000 parla soltanto dei colleghi che operano nel settore pubblico. Noi giornalisti regolarmente iscritti all'Ordine, che svolgiamo la nostra attività quotidianamente presso strutture private, siamo inquadrati secondo i contratti più disparati (tlc, metalmeccanico, ecc.), con livelli e retribuzioni che offendono la nostra professionalità. Occorre un intervento incisivo da parte di tutti noi giornalisti, sia a livello locale che nazionale. E' necessario far sentire anche la nostra voce. Mi auguro che i colleghi campani possano raccogliere il Tuo invito effettuando l'iscrizione al GUS, al fine di costituire un valido gruppo di lavoro per portare la nostra condizione lavorativa allo scoperto.
Pina Greco
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