mercoledì, ottobre 17, 2007

La crisi che ha investito il Teatro San Carlo

La crisi che ha investito il Teatro San Carlo di Napoli, che evidenzia il degrado profondo raggiunto dalla città, riporta anche l’attenzione sulla legge 7 giugno 2000, n. 150, recante norme per la "Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni". Una legge che pervicacemente a sette anni di distanza si insiste per non far applicare, con guasti che si manifestano, come nel caso del massimo napoletano, con licenziamento prima della scadenza del contratto della giornalista Tramontano, o come in altri casi di assegnazione di mansioni diverse a giornalisti, invece, assunti per svolgere attività di informazione o ancora di assunzioni o affidamenti di incarichi relativi a compiti, rientranti in quelli previsti per l’ufficio stampa, di personale non iscritto all’Ordine dei Giornalisti

La legge 150, se può apparire discutibile e carente per alcuni aspetti, mette innanzitutto un forte punto fermo distinguendo e precisando le diverse competenze tra la comunicazione istituzionale e l’informazione, che affida appunto esclusivamente ai giornalisti, affinché la svolgano con efficacia, tempestività e professionalità, mediando accortamente -com’è nella tradizione di questa atipica figura professionale- tra il diritto del datore di lavoro e del cittadino ad un' informazione trasparente e chiara.

La Pubblica Amministrazione in genere, come gli Enti che si avvalgono di finanziamenti pubblici, continuano – calpestando la legge- a voler gestire l’informazione in modo personalistico o controllandola attraverso uffici stampa fantocci o portaborse, impedendo l’ingresso ai giornalisti ed emarginando quelli che già sono all’interno. Ma se ciò accade è perché la categoria ha perso la sua sfida, perché la nostra categoria non ha saputo confrontarsi con una professione che è cambiata e che vede solo meno del 50% di giornalisti professionisti dipendenti di testate editoriali quotidiane e/o televisive. …E così accade che le vicende, che riguardano l’oltre 50% della categoria, finiscono, senza che si apra un serio dibattito sul futuro della nostra professione, in pochi righi di giornale e in brevi comunicati dell’Ordine, delle Assostampa e della FNSI.

Lydia Tarsitano
giornalista professionista
Esperto in comunicazione ed informazione MIBAC
-direttore-
ufficio stampa Biblioteca Nazionale di Napoli

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