"Prendo spunto da un recente articolo del Corriere della Sera, di cui parliamo nella sezione in rilievo di questo numero del giornale, per una riflessione ed un invito rivolto, in primis a tutti i colleghi italiani, e poi ai vertici dei nostri organismi di categoria, Ordine, sia nazionale che i vari consigli regionali, e al Sindacato, affinché si diano da fare per cambiare mentalità.
Il problema di fondo, problema tra l'altro di non poco conto, è che i giornalisti che lavorano negli uffici stampa non sono considerati, dai colleghi che lavorano nelle redazioni giornalistiche, e sottolineo il termine colleghi, in quanto siamo tutti iscritti allo stesso Ordine professionale, dei veri giornalisti.
Per buona parte della categoria abbiamo cosi giornalisti di serie A, quelli che lavorano nelle redazioni, e quelli di serie B, ma forse considerati anche di C 2, che lavorano negli uffici stampa.
C'è poi chi nelle redazioni provvede a distinguere in due sottocategorie i colleghi che lavorano negli uffici stampa: nella prima rientrano i più “importanti”, quelli che bisogna tenersi buoni o a cui non sempre si può dire di no, perchè lavorano nelle regioni, province, comuni, o in Enti importanti, come Enel, Telecom, ecc, e quelli che “non contano un c…” (per una questione di buon gusto tralascio di scrivere per intero la parola, ma il termine è sicuramente comprensibile), ovvero che non contano nulla, perché lavorano in uffici stampa privati o che, da free lance, curano più uffici stampa.
Come giornalisti che lavoriamo negli uffici stampa, e mi verrebbe da evidenziare, con forse più professionalità degli altri colleghi, e non lo dico per orgoglio, ma come dato di fatto, visto che con sempre maggior frequenza le redazioni pubblicano integralmente i nostri comunicati stampa, rivendichiamo il nostro diritto ad essere considerati dai colleghi delle redazioni, giornalisti a tutti gli effetti, come loro, senza distinzioni.
A testimonianza di questa differenziazione riporto quanto successe in Toscana alle penultime elezioni per il Consiglio dell'Ordine della Toscana.
Un giornalista professionista dell'ufficio stampa della Giunta della Regione Toscana, consigliere uscente dell'Ordine della Toscana, non fu preso in considerazione come possibile nuovo Presidente dell'Ordine regionale in quanto molti colleghi non lo avrebbero votato perché, essendo un addetto stampa, lo consideravano un giornalista di serie B.
E' ora di cambiare mentalità.
E' ora di far cambiare questa mentalità.
Un compito che spetta in particolare a chi è stato recentemente eletto al Consiglio Nazionale dell'Ordine e nei Consigli Regionali, e a chi sarà eletto nel prossimo Consiglio Nazionale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.
Il GUS è pronto a fare la sua parte, come sempre."
Franco Mariani
Segretario Nazionale del GUS
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