venerdì, maggio 18, 2007

LEGGE 150/2000, UN’ANOMALIA ITALIANA

Dal Collega Pasquale de Simone
La legge 150/2000, meglio conosciuta come legge sugli uffici stampa, si avvia ormai a compiere il settimo anno di vita senza essere stata applicata in modo puntuale e corretto se non in alcuni, sporadici casi.
Colpe ed omissioni possono facilmente essere individuate nell’ostinata resistenza opposta dai sindacati confederali e dalla grande burocrazia al riconoscimento del ruolo svolto, all’interno delle amministrazioni pubbliche, da tanti colleghi, professionisti e pubblicisti, che quotidianamente producono notizie riprese dai mass media.
Alla Fnsi, da anni lodevolmente impegnata in un impari braccio di ferro contro quelli che senza dubbio possono essere considerati i poteri forti all’interno della PA, é stato riconosciuto da un giudice del lavoro il diritto a sedere al tavolo delle trattative con l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale della Pubblica Amministrazione (Aran), con dignità pari a quella riconosciuta alla triplice sindacale ed a tutte le altre sigle.
Ma anche questo non é ancora bastato a sbloccare la situazione, tanto per far comprendere quale e quanto sia il fuoco di sbarramento nei confronti dei colleghi degli uffici stampa.
Sul tavolo dell’Aran giace, ormai da tempo, una bozza, elaborata dalla Fnsi e condivisa dai sindacati minori, per addivenire a un accordo che ponga fine all’annosa vicenda, ma a tutt’oggi nessun segnale significativo é pervenuto da parte della PA, nonostante l’impegno formalmente assunto dal Ministro della Funzione Pubblica e dai vertici dell’Aran.
C’é da osservare, peraltro, che nessuna iniziativa forte, pari a quella assunta dalla Fnsi, é stata sostenuta dagli organismi sindacali di base. In Campania, in particolare, dove più evidente appare il disagio per la mancata applicazione della legge 150, nessuna voce si é levata in tutti questi anni a sostegno della vertenza dei giornalisti degli uffici stampa pubblici.
Né, in verità, lo scenario appare migliore allorquando ad essere presa in esame é la condizione dei colleghi impegnati in uffici stampa privati: anche in questo caso precarietà e negazione di diritti prevalgono sul dettato della legge.
Occorre, pertanto, recuperare il ruolo del sindacato locale anche rispetto a questi temi, che, al di là delle legittime aspettative di tanti colleghi vessati da abusi spesso plateali, possono tra l’altro rappresentare l’avvio di un discorso occupazionale caratterizzato da regole chiare e certe piuttosto che da pratiche clientelari mai abbastanza vituperate, come finora si é voluto che avvenisse in un clima di silenzio e complicità.


Pasquale de Simone
Consigliere Fnsi -
Candidato al Consiglio direttivodell’Associazione napoletana della stampa

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