martedì, marzo 13, 2007

Il punto sull’infinita vertenza degli uffici stampa pubblici

A che punto è l’infinita vertenza degli Uffici stampa della pubblica amministrazione?

Cominciamo con il fronte Aran. La Fnsi ha avuto un positivo incontro con il presidente dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni, Massimo Massella Ducci Feri. La sostanza che ne è scaturita è così riassumibile: qualora tra le organizzazioni sindacali si raggiungesse l’intesa sull’ipotesi di profilo professionale degli addetti stampa pubblici questa avrebbe, diciamo così, una corsia preferenziale per essere rapidamente approvata.
Come abbiamo già scritto più volte, un testo di ipotesi di profilo professionale è già stata, a suo tempo, concordata con quasi tutti i sindacati autonomi titolati a trattare i contratti pubblici. Il tentativo in atto – mentre scriviamo queste note – è quello di far sì che l’intesa coinvolga anche il sindacalismo confederale.
Rapporti con i sindacati della funzione pubblica aderenti a Cgil, Cisl, e Uil. La Fnsi sta insistendo affinché il testo relativo all’ipotesi di profilo professionale degli addetti stampa pubblici sia da essi rapidamente esaminata e discussa, alla luce di quanto sopra. Si tratta di un passaggio fondamentale in quanto, a maggio, dovrebbe aprirsi la trattativa per i contratti di comparto della Pubblica amministrazione.
Un testo concordato tra tutti i sindacati e controfirmato dall’Agenzia presieduta da Massella potrebbe costituire un punto fermo anche in questa ulteriore trattativa.
Previdenza pubblica e trattamento di fine rapporto. La Fnsi ha scritto al ministro delle Riforme e dell’innovazione nella Pubblica amministrazione (più noto come ministro della Funzione pubblica), Luigi Nicolais, sollecitando i provvedimenti – peraltro già preannunciati – finalizzati a coinvolgere i dipendenti pubblici nell’operazione tesa a consentire a tutti i lavoratori di poter disporre di una prestazione previdenziale complementare, a fronte di unaprogressiva diminuzione, negli anni, delle prestazioni dell’assicurazione generale obbligatoria.
La Fnsi ha sostenuto, nel testo inviato al ministro, la necessità che i giornalisti che lavorano nella pubblica amministrazione possano, se lo vogliono, conferire il proprio trattamento di fine lavoro al Fondo di previdenza complementare dei giornalisti italiani (Fpcgi) e iscriversi a pieno titolo a esso così come accade per i colleghi del settore privato.
La logica di una simile presa di posizione oltre a guardare alla parità di opportunità per tutti i lavoratori è anche quella di affermare il principio – già passato per quanto riguarda l’Inpgi, cioè per la previdenza principale – di riunire tutti i giornalisti nei medesimi enti di categoria.
In questo settore, si tratta di superare difficoltà anche tecniche derivanti dal differente regime esistente tra chi lavora nel settore pubblico e chi in quello privato, rispetto alle modalità di riconoscimento del trattamento di fine lavoro.

di Giovanni Rossi*coordinatore del Dipartimento uffici stampa della Federazione nazionale della stampa italiana”.

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